Il Belgio riconoscerà lo Stato palestinese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, unendosi a Francia, Australia, Canada e Regno Unito. Il ministro degli esteri Maxime Prevot ha annunciato che la decisione sarà formalizzata il 9 settembre 2025, durante l’apertura della sessione Onu, per aumentare la pressione sul governo israeliano di Benjamin Netanyahu. In un post su X, Prevot ha rivelato l’introduzione di dodici sanzioni nazionali contro Israele in risposta alla “tragedia umanitaria in Palestina”.
Riconoscimento della Palestina
“La Palestina sarà riconosciuta dal Belgio durante la sessione delle Nazioni Unite!”, ha dichiarato Prevot, sottolineando che la mossa segue iniziative simili di altri Paesi occidentali. La decisione, parte di un’azione coordinata con Francia e Arabia Saudita, mira a sostenere una soluzione a due Stati e a rispondere alle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, secondo il governo belga.
Dodici sanzioni contro Israele
Il Belgio imporrà dodici misure punitive a livello nazionale, tra cui il divieto di importazione di prodotti dai territori occupati e la revisione degli accordi commerciali con aziende israeliane. “Queste sanzioni rispondono alla tragedia umanitaria in Palestina e alla violenza perpetrata da Israele”, ha scritto Prevot su X. Le misure includono anche restrizioni di viaggio per funzionari israeliani e un rafforzamento delle indagini sui crimini di guerra.
Pressione internazionale su Netanyahu
La decisione del Belgio si aggiunge a quella di Australia, Canada, Francia e Regno Unito, che hanno annunciato il riconoscimento della Palestina per spingere Israele verso un cessate il fuoco. La “tragedia umanitaria” citata da Prevot si riferisce alla crisi di Gaza, con oltre 60.000 morti palestinesi dal 2023 e una carestia dichiarata dall’Onu. Il Belgio intende sostenere misure Ue per sospendere la cooperazione con Israele.
Un segnale per la pace
Prevot ha definito il riconoscimento della Palestina un “gesto politico e diplomatico” per preservare la possibilità di una soluzione pacifica. Le sanzioni, insieme alla pressione diplomatica, mirano a spingere il governo di Netanyahu a riconsiderare la sua strategia militare. La mossa del Belgio, in linea con le crescenti critiche internazionali, rafforza il fronte di chi chiede giustizia e protezione per i civili palestinesi.