La Puglia denuncia Israele per il sequestro della Flotilla: “Violenza contro cittadini italiani”

Negli esposti anche richieste di chiarimenti sul ruolo della Marina militare. La Procura di Roma apre un fascicolo preliminare

La tensione diplomatica tra Italia e Israele si sposta ora anche sul terreno giudiziario. La Regione Puglia ha infatti annunciato una denuncia formale contro il Governo israeliano per il sequestro e l’arresto dei cittadini italiani che hanno partecipato alla missione umanitaria Global Sumud Flotilla, diretta verso la Striscia di Gaza e intercettata dalla Marina israeliana lo scorso 30 settembre.

L’iniziativa, promossa dal presidente Michele Emiliano, accusa Tel Aviv di aver commesso “azioni criminali e atti di violenza a bordo delle imbarcazioni italiane in danno di cittadini inermi”, successivamente “arbitrariamente sequestrati e condotti in carceri israeliane”.

La Puglia denuncia a Roma, l’inchiesta a Roma: si valuta la giurisdizione

Gli esposti – già trasmessi da attivisti e legali alla Procura di Roma – sono ora al vaglio dei magistrati di piazzale Clodio, che dovranno stabilire le competenze giurisdizionali e la possibilità di aprire un’indagine per sequestro di persona, tortura e tentato omicidio.

Secondo quanto riportato da fonti giudiziarie, saranno analizzati i riferimenti normativi relativi alla navigazione in acque internazionali e alle responsabilità degli Stati verso i propri cittadini all’estero. Gli attivisti italiani che si trovavano a bordo potrebbero essere convocati come persone informate sui fatti.

Gli attivisti: “Operazione illegale nelle acque internazionali”

Negli esposti depositati, gli attivisti denunciano che “l’operazione della Marina israeliana è priva di ogni base legale”, ricordando che Israele non ha giurisdizione sulle acque internazionali in cui la Flotilla stava navigando. La missione, spiegano, “era perfettamente conforme al diritto internazionale” e “trasportava esclusivamente beni umanitari indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile di Gaza”.

L’abbordaggio e il sequestro delle navi, dunque, “costituiscono una grave violazione del diritto internazionale umanitario, che vieta l’uso sproporzionato della forza contro imbarcazioni civili”.

Il nodo del ruolo della Marina italiana

Al centro della denuncia anche un passaggio controverso: il ruolo della Marina militare italiana. Gli esponenti chiedono che venga chiarito se l’Italia abbia rispettato l’obbligo di protezione dei propri cittadini, come previsto – affermano – dalle ordinanze della Corte Internazionale di Giustizia.

Negli incartamenti si ricorda che il 24 settembre il Ministero della Difesa avrebbe ordinato a una nave militare italiana di “fornire supporto e soccorso ai natanti italiani” della Flotilla. Tuttavia, “nella serata del 30 settembre la nave ha lasciato il convoglio, che ha così proseguito senza alcuna protezione verso Gaza”.

Secondo la denuncia, l’Italia avrebbe in questo modo “riconosciuto implicitamente la legittimità del blocco israeliano” imposto sulle acque della Striscia, venendo meno al proprio “obbligo di garanzia”.

Nuove navi in rotta verso Gaza

Mentre sul piano giudiziario si apre un nuovo fronte, la mobilitazione in mare non si ferma. Entro mercoledì 9 ottobre è atteso l’arrivo nella “zona rossa” del Mediterraneo della nave Conscience, salpata una settimana fa dal porto di Otranto per unirsi a una nuova flottiglia umanitaria composta da circa dieci imbarcazioni.

A bordo, secondo gli organizzatori, 250 persone tra medici, infermieri e giornalisti provenienti da vari Paesi. Un nuovo capitolo della missione Global Sumud, che continua nonostante blocchi, arresti e polemiche internazionali.