Omar Hayek, terapista occupazionale e membro dello staff di MSF, è stato colpito mentre si recava al lavoro. Altri quattro colleghi sono rimasti gravemente feriti. “Erano tutti chiaramente identificabili come operatori umanitari”
Un altro operatore umanitario ucciso a Gaza. Un altro nome che si aggiunge a una lista che Medici Senza Frontiere definisce “inaccettabile”. Si chiamava Omar Hayek, aveva 42 anni, ed era un terapista occupazionale. Questa mattina è stato ucciso da un attacco delle forze israeliane mentre, insieme ad altri colleghi, attendeva in strada un autobus per recarsi all’ospedale da campo di Deir al Balah, nel centro della Striscia.
Con lui, secondo quanto riferisce MSF in un durissimo comunicato, sono rimasti gravemente feriti altri quattro operatori dell’organizzazione: un fisioterapista, un chirurgo ortopedico, un responsabile delle forniture e un assistente finanziario. Uno dei feriti si troverebbe in condizioni critiche a causa delle schegge.
Medici Senza Frontiere: “Tutti indossavano i gilet bianchi con il logo MSF“
MSF specifica che tutti i membri del team erano chiaramente identificabili come personale medico-umanitario: “Indossavano i nostri gilet bianchi con il logo dell’organizzazione. Stavano semplicemente aspettando il mezzo che li avrebbe portati a salvare vite”. “Omar – scrive MSF – era un uomo tranquillo, di profonda gentilezza e grande professionalità. Lavorava con noi dal 2018 nella clinica di Gaza City. Ha dedicato la sua vita a restituire forza e dignità a migliaia di pazienti”.
14 operatori uccisi dal 7 ottobre 2023
Con la morte di Omar Hayek, sale a 14 il numero di operatori di MSF uccisi a Gaza dal 7 ottobre 2023. Appena due settimane fa era stato ucciso Hussein Alnajjar, anche lui nella stessa zona di Deir al Balah. Non è solo una statistica: “Sono colleghi, esseri umani, professionisti. Sono morti mentre cercavano di curare, aiutare, soccorrere”, scrive l’organizzazione.
Medici Senza Frontiere: “Nessun luogo a Gaza è sicuro”
Nel comunicato, MSF lancia un grido di allarme e di denuncia: “Centinaia di migliaia di persone continuano a essere costrette a sfollare dal nord verso il sud per una cosiddetta sicurezza, ma vengono attaccate e uccise in tutta la Striscia. Nessun luogo a Gaza è sicuro. L’intera popolazione è affamata e assediata da quasi due anni”.
Le parole finali del comunicato sono rivolte alla comunità internazionale: “Chiediamo la fine del genocidio. Serve un cessate il fuoco immediato, la protezione del personale sanitario, il rispetto del diritto internazionale umanitario. Il mondo non può continuare a guardare”.
L’attacco a Omar Hayek – in quanto operatore chiaramente identificato e non coinvolto in attività belliche – potrebbe costituire, secondo numerosi esperti di diritto internazionale, una violazione grave della Convenzione di Ginevra, che protegge il personale medico nei conflitti armati.
Silenzio istituzionale
Al momento non sono arrivate dichiarazioni ufficiali dal governo israeliano in merito all’attacco. Non ci sono state reazioni immediate nemmeno da parte di istituzioni europee o italiane. Ma la comunità umanitaria e le organizzazioni per i diritti umani tornano a chiedere a gran voce una presa di posizione forte: “Chi cura non può diventare un bersaglio. Mai”.