Nepal, confermati morti due alpinisti italiani. Ancora dispersi altri connazionali dopo la valanga

La Farnesina conferma la morte di due alpinisti italiani dispersi da venerdì in Nepal. Le vittime sono Alessandro Caputo e Stefano Farronato, impegnati nella scalata del picco Panbari, nella regione himalayana. Secondo quanto riferiscono le autorità nepalesi, i due connazionali avevano perso i contatti con la base il 31 ottobre, dopo essere stati sorpresi da forti nevicate mentre si trovavano al Campo 1, a circa 5mila metri di altitudine. Il Consolato generale d’Italia a Calcutta, competente per il Nepal, segue l’evoluzione della situazione in stretto raccordo con il Ministero degli Esteri e con i familiari delle vittime.

Ricerche in corso per altri italiani dispersi

Le autorità nepalesi e i soccorritori locali continuano le ricerche di altri otto-nove cittadini italiani segnalati come dispersi o irraggiungibili in diverse aree montane del Paese. In particolare, due alpinisti risultano dispersi sul Manaslu, mentre un altro connazionale manca all’appello nella zona dello Yalung Ri, dove una valanga ha travolto il campo base nei giorni scorsi.
La Farnesina precisa che, al momento, non vi sono ulteriori conferme di decessi oltre ai due alpinisti identificati, anche se le comunicazioni restano difficili e molte famiglie italiane non riescono ancora a contattare i propri cari.

Nepal, alpinisti italiani: l’impegno delle autorità italiane

Il Consolato Generale a Calcutta, attraverso la collaborazione con il Consolato Onorario a Kathmandu, mantiene un contatto costante con le autorità nepalesi per monitorare le operazioni di soccorso. La Farnesina, in una nota, ribadisce che sta “seguendo direttamente, con la massima attenzione, la situazione degli alpinisti italiani in Nepal, garantendo ogni forma di assistenza possibile alle famiglie”.