Occhiuto muove le truppe per prendersi Forza Italia con la benedizione di Marina: il 17 dicembre parte la nuova corrente per rovesciare i vertici azzurri

Roberto Occhiuto

Roberto Occhiuto ha deciso di uscire allo scoperto. Il 17 dicembre lancerà ufficialmente la sua nuova corrente interna a Forza Italia con un obiettivo politico chiarissimo: ridisegnare i rapporti di forza nel partito e mettere in discussione la leadership di Antonio Tajani attraverso un’operazione chirurgica che parte dai gruppi parlamentari. Il primo bersaglio è il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, fedelissimo del segretario azzurro. Al suo posto la nuova area punta su Deborah Bergamini, ex portavoce storica del partito e figura considerata più allineata alla svolta che si va preparando.

L’operazione non si ferma a Montecitorio. Nella lista nera della nascente corrente compaiono anche Maurizio Gasparri, Fulvio Martusciello e Francesco Battistoni. Tre nomi che rappresentano per Occhiuto l’ossatura del vecchio assetto di potere interno, troppo legato agli equilibri costruiti attorno a Tajani e considerato ormai un freno alla fase di “rinnovamento” che Marina Berlusconi chiede da tempo per Forza Italia.

Prima di ufficializzare la data della scesa in campo, Occhiuto ha incontrato proprio Marina Berlusconi. Il confronto è stato diretto e politico. Dal vertice è arrivata la benedizione all’operazione. Marina vuole svecchiare il partito, scrollarlo di dosso dal ruolo di appendice silenziosa della maggioranza e imprimere una svolta dichiaratamente liberale. Tajani, secondo il suo punto di vista, avrebbe dovuto farlo da tempo. Non l’ha fatto. E adesso la famiglia di Arcore ha deciso di aprire la partita su un altro tavolo.

Tra gli spin dell’operazione compaiono due volti notissimi dell’area Mediaset, Nicola Porro e Andrea Ruggieri, che accompagnano il progetto sul piano comunicativo e culturale. Ma la partita vera si gioca in Parlamento. Sono pronti ad aderire alla nuova corrente Giorgio Mulè, la sottosegretaria Matilde Siracusano, moglie di Occhiuto, e il senatore Mario Occhiuto, fratello del governatore. Con loro anche Alessandro Cattaneo, Cristina Rossello, Francesco Canizzaro e Maria Tripodi. Una pattuglia che, numeri alla mano, potrebbe già cambiare i pesi nei gruppi parlamentari.

Per ora il gruppo che fa riferimento a Marta Fascina, composto da Tullio Ferrante, Alessandro Sorte e Marco Benigni, resta al fianco di Tajani. Ma lo scenario è tutt’altro che congelato. Le mosse di Occhiuto sono osservate con attenzione anche da chi, fino a ieri, non immaginava un ribaltamento così rapido dei rapporti interni.

Sul fondo del quadro resta il ruolo di Pier Silvio Berlusconi. Da tempo, nei corridoi di Forza Italia, si parla dei lavori di ristrutturazione di un ufficio romano che sarebbe destinato a lui. L’interpretazione politica è chiara: la voglia di frequentare Roma più da vicino, di “annusare l’aria”, di comprendere direttamente gli ingranaggi della politica. L’idea che torna ciclicamente nei racconti interni è sempre la stessa: rimettere il piede sulle orme paterne, ridare slancio a un progetto liberale considerato incompiuto. Per ora resta una suggestione, ma è una suggestione che pesa in ogni ragionamento strategico.

Da una parte c’è dunque l’asse Marina–Occhiuto, dall’altra il ruolo sempre più logoro di Tajani. Da tempo Marina è convinta che il segretario debba smarcarsi dalla posizione subordinata nei confronti di Giorgia Meloni e iniziare davvero a rinnovare il partito, a partire dalla sostituzione dei capigruppo alla Camera e al Senato. I suggerimenti sono stati ripetuti. I nomi indicati sono sempre stati gli stessi: Bergamini per Montecitorio, Cristina Rossello per Palazzo Madama. Tajani ha sempre lasciato cadere. Ora quell’inerzia viene trasformata in un atto d’accusa politico.

Ed è per questo che la famiglia di Arcore ha scelto di dare il via libera alla leadership di Roberto Occhiuto. Il profilo c’è tutto: 56 anni, rieletto alla guida della Regione Calabria con il 57 per cento dei voti, con un 13 per cento arrivato dalla sua lista personale, forte di una legittimazione elettorale che pochi in Forza Italia possono vantare. Piace a Marina, ha una base territoriale solida, e adesso è pronto a uscire allo scoperto con un’operazione che non ha nulla di simbolico.

Il messaggio è diretto: o Forza Italia cambia pelle, o sarà cambiata da dentro. Il primo test sarà proprio la tenuta dei capigruppo. Se Barelli dovesse saltare, il segnale sarebbe devastante per Tajani. E da lì in avanti ogni equilibrio sarebbe rimesso in discussione. Non si tratta più di correnti silenziose o manovre sotterranee. Qui si parla di un progetto di potere esplicito, autorizzato dall’alto e costruito con una rete parlamentare pronta a muoversi.

Il 17 dicembre non sarà solo la data di nascita di una nuova corrente. Sarà il primo vero atto di sfida interna in Forza Italia dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. Da quel momento in poi, per Tajani, nulla potrà più essere dato per scontato.