Papa Leone XIV, l’asse anglofono e il ruolo decisivo di Dolan

È stato durante il ricevimento “Commonwealth”, riunione informale tra cardinali di area anglofona, che la candidatura di Francis Prevost ha iniziato a prendere forma. Cardinali da India, Pakistan, Sudafrica, Inghilterra e Oceania si sono riconosciuti in una lingua comune, creando uno spazio di dialogo e confronto inedito per un conclave. E se nelle congregazioni generali risuonavano sempre più spesso i “good morning”, era il segnale di un conclave globale e anglofono come mai prima.

Il ruolo di Timothy Dolan

Determinante è stato il lavoro del cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York e figura di riferimento per Donald Trump in Vaticano. Già influente nel conclave del 2013, stavolta Dolan ha ricucito le fratture interne alla Chiesa americana: ha tenuto insieme progressisti come McElroy e Gregory e conservatori come Di Nardo, muovendosi con abilità nei salotti del Pontificio Collegio Nordamericano. A colpi di tweet e strette di mano, ha coagulato consensi intorno a Prevost.

Un profilo internazionale

Il nuovo Papa, Leone XIV, rappresenta un equilibrio perfetto per questo contesto. Statunitense di nascita ma missionario in Perù, curiale come prefetto per i vescovi, trilingue (inglese, spagnolo, italiano), è apparso da subito una figura spendibile per più anime. Alle sue spalle, una famiglia cosmopolita: padre francese-italiano, madre spagnola. In un’intervista recente ha valorizzato il ruolo della famiglia nella formazione spirituale, senza estremismi ma con messaggi rassicuranti per chi temeva derive troppo aperte dopo il pontificato di Francesco.

I grandi sconfitti: Parolin e gli europei

Il grande sconfitto del conclave è Pietro Parolin. Contro di lui ha pesato l’accordo con la Cina sui vescovi e la mancanza di coesione tra i bergogliani, che non sono riusciti a convergere su candidati alternativi come Jean-Marc Aveline o Mario Grech. Fuori dai giochi anche Pierbattista Pizzaballa, troppo giovane e giudicato eccessivamente politico.

Il voto decisivo di Asia e Africa

La chiave dell’elezione di Prevost è stata l’alleanza tra Occidente e Sud globale. I cardinali asiatici e africani, inizialmente indecisi, hanno scelto una figura che rappresentasse una certa idea di equilibrio e affidabilità. Sono mancati invece a Parolin, che sembrava favorito alla vigilia.

Il richiamo alla dottrina sociale

Nel nome Leone XIV, molti leggono un riferimento alla Rerum Novarum, l’enciclica che diede inizio alla Dottrina sociale della Chiesa. Un segnale di attenzione ai temi del lavoro, della famiglia, della coesione sociale. La sua elezione chiude il conclave più internazionale della storia e apre una fase nuova, in cui l’equilibrio tra tradizione e apertura sarà la sfida principale.