Pier Silvio Berlusconi rompe gli schemi: “Grato a Tajani ma servono facce e idee nuove”

Pier Silvio Berlusconi

Nel futuro di Mediaset, una certezza c’è: La Ruota della fortuna continuerà a girare. E Pier Silvio Berlusconi lo dice con un sorriso netto, immerso nel suo salotto natalizio, albero bianco acceso e tono disteso: “La ruota potrebbe andare in onda 366 giorni l’anno, non stancherebbe nessuno”. È l’apertura di un discorso che non è solo un bilancio aziendale, ma un racconto del presente e del futuro. Un presente fatto di successi televisivi, nuove ambizioni europee, riorganizzazioni interne e una sincerità politica che, per la prima volta, tocca i nervi più scoperti di Forza Italia: “Ho gratitudine vera per Tajani, ha mantenuto in piedi il partito dopo la scomparsa di papà. Ma ritengo che siano necessarie facce e idee nuove, e un programma rinnovato che però non metta in discussione i valori di Silvio Berlusconi. Ma i valori vanno portati alla realtà del 2025”.

Il suo è un messaggio di rottura controllata, un “benservito gentile” che apre la strada a una fase nuova. Tanto più che aggiunge: “Intendiamoci, il rinnovamento è generale, penso che si debbano rinnovare i volti della politica come quelli dell’imprenditoria”. E quando gli viene chiesto se lui voglia scendere in campo, la risposta è categorica: “La politica? Tutte le mie energie sono dedicate a Mfe e alla mia famiglia. Quindi non c’è spazio per altri impegni. Non mi occupo di politica, il mio pensiero non cambia, ma è naturale che io e mia sorella Marina ci appassioniamo al destino di Forza Italia, è uno dei lasciti di mio padre”.

L’atmosfera è quella delle tradizionali conversazioni di fine anno, ma i toni sono più decisi. E il capitolo televisivo è altrettanto fitto. Pier Silvio non si nasconde: “Giustamente la Rai si è entusiasmata per il successo di Sandokan che alla prima puntata ha superato i 5 milioni, ma noi li facciamo tutti i giorni”. Perché al centro resta sempre lui, Gerry Scotti, l’uomo d’oro della rete: “Grandissimo Gerry, coraggioso e aziendalista”, dice l’ad, ricordando che ha accettato di condurre anche Chi vuol essere milionario?. E proprio Scotti sarà l’ancora della sfida più simbolica del 2025: “La Ruota nell’access time anche nella settimana di Sanremo? Non vedo perché no”.

Parla anche della vita privata, quasi con pudore: “Con Silvia e i nostri figli e con Marina e i suoi andremo da mamma che ha 86 anni ed è reduce da una broncopolmonite. Posso dirlo? Sarà un Natale bellissimo, sono la persona più felice del mondo. Al massimo faremo una gita a Montecarlo con i ragazzi, poi torniamo”.

Poi l’argomento più scivoloso: la vendita di Repubblica al gruppo Kyriakou. Qui l’ad ammette il proprio turbamento: “È una notizia che mi trova stranito. Peccato. Il mercato è il mercato, ma da italiano il fatto che un pezzo di storia dell’editoria, del giornalismo, dell’informazione vada in mani straniere un po’ mi dispiace”. Non chiude però alla possibilità che il cambio possa portare valore: “Magari chi arriva è bravissimo e mantiene una linea coerente con la storia delle testate. Il pluralismo, l’indipendenza, l’occupazione, sono questi i valori del giornalismo in Italia”. E aggiunge, con una sincerità che colpisce: “Essendo noi editori di tv, libri e in qualche modo di periodici, è chiaro che siamo affascinati dal pensiero di mantenere una testata così storica in mani italiane. Ma è fanta-economia, è fanta-editoria. Ognuno deve fare il proprio mestiere. È un treno che è passato, ma dire che non mi piacerebbe sarebbe falso”.

Un altro treno, però, Mediaset lo ha afferrato da tempo: la trasformazione in media company europea. “Oggi non siamo più quello che eravamo prima: in sette anni è cambiato tutto, siamo l’unica multinazionale italiana dei media”, spiega. E sui timori tedeschi riguardo ProSieben, chiarisce: “In Germania faremo il possibile per mantenere l’occupazione del gruppo così com’è, al momento non c’è nessun piano di licenziamento”. Sulla Francia invece rimane realistico: “Entrare in Francia sarebbe un sogno, ma al momento non vedo spiragli”.

Il capitolo reality apre finalmente la porta a una svolta che si attendeva da mesi: “La decisione se fare Grande Fratello in primavera la prenderemo la settimana prossima, bisogna dare un po’ di tempo di riposare al reality. Da un lato è una macchina che si deve rinnovare, dall’altro viviamo con una struttura di palinsesto per cui fare tutte quelle serate con un risultato dignitoso è importante. Non ho visto niente di così criticabile, ma anche GF si deve evolvere e innovare”. Sull’Isola è più netto: “L’Isola non è prevista in primavera”.

La vera notizia, però, è un ritorno attesissimo: Paolo Bonolis torna in prima serata su Canale 5. Il programma si chiamerà Taratatà, due puntate con grandi star della musica. “Racconta con entusiasmo questo rientro”, dicono i presenti, e l’ad conferma. Quanto al progetto di interviste pensato per Silvia Toffanin, ispirato al format di Maurizio Costanzo, resta in stand-by: “Maria De Filippi e Silvia hanno cominciato a lavorarci, quando saranno pronte lo proporremo. La perplessità nasce dalla quantità di interviste che hanno invaso la tv: ci vuole una formula. Non so se arriverà a primavera”.

Sogna anche un programma dedicato alle grandi dive della musica: “E ci vedrei bene anche Cristiano Malgioglio, che è una star”.

Sulla Rai, Pier Silvio mostra rispetto ma non rinuncia alla stoccata: “Non confondete i termini della sfida, solo perché li abbiamo battuti nell’access time con La Ruota. Non critico Affari tuoi, ma da cittadino mi permetto di mettere in discussione i soldi che si regalano: mi chiedo, è giusto?”. E racconta di aver posto la questione direttamente all’ad dell’azienda pubblica, Roberto Sergio.

Mediaset rilancerà anche Striscia la notizia in prima serata dal 20 gennaio: “La decisione è stata presa con Antonio Ricci. Sarebbe stato sbagliato riportare Striscia in access time. Siamo molto fiduciosi”. Arriveranno poi gli speciali di Verissimo, i programmi di Bianca Berlinguer e Federico Rampini, gli speciali del Tg5, e resta sul tavolo Ok, il prezzo è giusto!: “Non so se lo abbiamo sfilato alla Rai. Abbiamo un accordo con Fremantle e abbiamo chiesto di avere anche Ok, il prezzo è giusto! Ma non è ancora previsto in palinsesto”.

Infine, un’ultima riflessione, quasi filosofica, sul futuro dell’informazione: “In un mondo globalizzato è importante avere un’informazione più stretta e specializzata sul territorio. Invidio alla Rai i tg regionali”. Il suo sogno – dice – è proporre una seconda serata forte, capace di trattenere chi migra sulle piattaforme.

Il bilancio finale, però, è tutto orgoglio: “Nelle 24 ore abbiamo uno share del 37,5%. La Rai è al 35,8%. Nel target 15-64 anni abbiamo il 40,2% contro il 30,2. È un anno straordinario”.

E mentre torna a guardare l’albero di Natale, il messaggio si chiude come era iniziato: con un sorriso, un futuro da costruire e quella frase che è già un manifesto: “La Ruota potrebbe andare in onda 366 giorni l’anno”. Perché a volte, nella tv come nella politica, è proprio da una ruota che riparte tutto.