Dopo il raggiungimento dell’intesa tra Unione europea e Stati Uniti sui nuovi dazi commerciali al 15%, le reazioni dei leader politici italiani non si sono fatte attendere, con critiche trasversali sia verso Bruxelles che verso il governo italiano.
Pier Ferdinando Casini, senatore Pd ed ex presidente della Camera, boccia senza mezzi termini il risultato della trattativa. “Dalla trattativa sui dazi l’Europa è uscita abbastanza male. Oggi abbiamo i dazi al 15% voluti da Donald Trump. Non mi sembra che la vittoria del tycoon alle presidenziali sia stato un grande affare per il vecchio Continente, come invece sosteneva la destra,” ha dichiarato sulle pagine del QN. Casini sottolinea inoltre la debolezza strutturale dell’Ue rispetto agli Stati Uniti: “Trump ha alle sue spalle un solo Paese, mentre von der Leyen rappresenta una congrega di Stati diversi. Ogni Stato membro ha cercato di ottenere piccole agevolazioni, tirando la coperta dalla propria parte.”
Stefano Bonaccini, presidente e eurodeputato Pd, su La Stampa definisce l’accordo “una resa, o poco ci manca”. Bonaccini critica la presidente della Commissione europea: “Von der Leyen ha accettato la narrativa trumpiana secondo cui l’Unione è debitrice nei confronti degli Usa per il surplus commerciale sulle merci, senza mai far accenno ai 110 miliardi di surplus statunitense nei nostri confronti per quanto riguarda i servizi.”
Durissimo anche il leader di Azione Carlo Calenda, che al Corriere della Sera arriva a chiedere le dimissioni di von der Leyen: “Mario Draghi non avrebbe mai approcciato un negoziato con Trump come ha fatto lei. Quello che è successo è colpa di Meloni e Merz: Italia e Germania, per preservare l’automotive, hanno spinto per non mettere i contro-dazi. Così l’Europa ha perso qualsiasi potere negoziale.”
Sulla stessa linea anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che definisce l’accordo “insostenibile per le imprese e per le tasche degli italiani. I dazi al 15% sono una Caporetto per la Ue, la dimostrazione che il sovranismo fa male. Alla guida della Ue abbiamo mandato degli algidi burocratici,” ha detto a Repubblica.
Il giudizio comune dei leader dell’opposizione e di parte della maggioranza è chiaro: la partita dei dazi con gli Stati Uniti ha visto l’Europa soccombere sia sul piano economico che su quello politico, con conseguenze che rischiano di pesare sull’export italiano e sulla tenuta del tessuto produttivo nazionale.