Putin è sempre più un uomo pericoloso, l’occidente deve capirlo in fretta. Il tempo si sta esaurendo per tutti 

Putin

Putin è sempre più un uomo pericoloso, molto pericoloso. Non è un leader forte, ma un dittatore isolato e fallito, che si regge solo sulla violenza e sul terrore. Per anni ha fatto assassinare oppositori e giornalisti, ha inscenato i “suicidi” di oligarchi e dirigenti scomodi, ha trasformato la Russia in una prigione politica. Governa col sangue e con la paura, regna sul silenzio imposto dal terrore di Stato. E oggi ha di fatto dichiarato guerra all’Europa e alla Nato.

La guerra contro l’Ucraina che doveva durare pochi giorni si trascina ormai da tre anni. Centinaia di migliaia di giovani russi sono stati mandati al macello, in una carneficina inutile che rappresenta il più grande fallimento della sua carriera. Ma questo fallimento non lo indebolisce: lo rende ancora più spregiudicato e fuori controllo. Perché Putin non può permettersi di perdere. Lui ha una sola via di uscita:vincere, vincere a qualunque costo, anche se dovesse radere al suolo Kiev e tutte le città dell’Ucraina.

Intanto la Russia è soffocata da una crisi economica senza precedenti, che il Cremlino prova a nascondere. Crollano le entrate da petrolio e gas, il malcontento serpeggia fra le masse, la popolazione paga un prezzo altissimo alla crisi economica, mentre l’élite si arricchisce sulle macerie. Putin è accerchiato non solo dagli avversari esterni, ma anche dai suoi stessi alleati, stanchi di una guerra infinita e di una leadership ossessiva e cieca.

E allora resta solo una via d’uscita: l’escalation. Un dittatore disperato, armato fino ai denti e senza alternative, può trasformare la propria sconfitta in un incendio globale. È questa la minaccia più grave: non un uomo che combatte per vincere, ma un uomo pronto a trascinare il mondo intero con sé nel baratro, pur di non ammettere la sconfitta.

E l’Occidente deve capirlo in fretta. Perché il tempo si sta esaurendo per tutti