Il nuovo studio racconta una capitale attraversata da povertà educativa, sanitaria e abitativa. Crescono il disagio mentale e il gioco d’azzardo
Roma, dietro le vetrine e i palazzi del potere, è una “città di cristallo”, fragile, segnata da fratture sociali e disuguaglianze che ne minano la coesione. È l’immagine restituita dal Rapporto Caritas 2025, “La città di cristallo – La povertà a Roma: un punto di vista”, che descrive una capitale in cui la povertà non è solo economica, ma educativa, sanitaria, abitativa e relazionale. Una povertà “che frantuma vite e comunità”, si legge nel documento, lasciando i più vulnerabili esposti a nuove forme di esclusione.
Rapporto Caritas, la povertà educativa
Tra le ferite più profonde emerge quella educativa. A Roma il 2,3% della popolazione non possiede la licenza media, mentre oltre il 10% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia né lavora. Nelle periferie – da Grottarossa Ovest a Magliana fino a Santa Palomba – la quota supera il 30%. Mancano spazi culturali, sportivi e di socialità; il sostegno psicologico e sociale è insufficiente. La Caritas parla di una generazione intrappolata in un circolo di esclusione precoce, aggravato da disuguaglianze linguistiche e familiari che colpiscono in particolare le seconde generazioni di immigrati.
L’altra emergenza: la salute mentale dimenticata
Accanto alla povertà materiale, il Rapporto mette in luce una crisi sanitaria silenziosa, soprattutto nella salute mentale. Sempre più persone – anche giovani – convivono con disturbi psichici senza poter accedere a cure adeguate. Il sistema, riformato solo sulla carta dopo la chiusura dei manicomi, soffre di carenza di personale, risorse limitate e forti disparità territoriali. La Caritas denuncia l’uso ancora diffuso della contenzione meccanica e la solitudine delle famiglie, spesso prive di aiuti concreti. Molte strutture residenziali, si legge nel rapporto, rischiano di trasformarsi in “luoghi di isolamento più che di cura”, senza reali percorsi di reinserimento.
Roma capitale del gioco d’azzardo
Un altro dato allarmante riguarda il gioco d’azzardo, ormai fenomeno strutturale. Nel 2024 i romani hanno speso 8,3 miliardi di euro, circa 600 milioni in più rispetto all’anno precedente. Per la Caritas si tratta di una deriva sociale sottovalutata, che alimenta indebitamento, solitudine e dipendenze, soprattutto tra anziani e famiglie fragili. “Lo Stato incassa molto meno dei danni sociali che l’azzardo produce”, sottolinea il rapporto, accusando la politica di inerzia e ambiguità. “L’azzardo non è un vizio, ma una malattia – scrive la Caritas – e va affrontato con prevenzione, educazione e servizi di cura”.
Emergenza casa: 114 mila famiglie in bilico
A completare il quadro c’è la povertà abitativa, che coinvolge il 6,9% della popolazione romana, oltre 114 mila famiglie. Di queste, 22 mila vivono già in emergenza, mentre in città 200 mila appartamenti privati restano vuoti. Le case popolari sono una speranza lontana per 16.346 nuclei familiari, oltre 7 mila dei quali attendono da più di dieci anni. Nel frattempo, gli affitti brevi hanno prosciugato il mercato abitativo del centro: nel Municipio I i residenti sono calati del 38% in dieci anni, mentre le case vacanza hanno superato quota 35 mila.
Il peso dell’abitazione grava pesantemente sui bilanci familiari: l’8,4% delle famiglie romane destina più del 40% del reddito alla casa, contro il 5,7% della media nazionale.
Redditi bassi, lavori precari e disuguaglianza di genere
Pur con un reddito medio pro capite superiore alla media italiana, a Roma quasi il 16% dei residenti è a rischio povertà, e oltre il 3% vive in deprivazione materiale. Un quarto delle famiglie è monoreddito, l’8% dei minori cresce in nuclei fragili, e l’8,5% dei lavoratori occupati è comunque povero. La forbice salariale di genere resta ampia: le donne guadagnano in media 781 euro in meno al mese rispetto agli uomini. “L’occupazione cresce – osserva la Caritas – ma anche la precarietà e la fatica di vivere con dignità”.
Rapporto Caritas, un appello per una città più giusta
Nel suo messaggio finale, la Caritas invita le istituzioni e la cittadinanza a non voltarsi dall’altra parte: serve una trasformazione culturale e politica fondata su responsabilità, solidarietà e politiche pubbliche orientate al bene comune. Roma, conclude il rapporto, “è una città di cristallo: fragile, trasparente, ma ancora capace di riflettere la luce della speranza se qualcuno si prende cura delle sue crepe”.







