Schillaci: presto un decreto per rilanciare la medicina interna

Orazio Schillaci

«Ancora troppo di frequente, la medicina interna non trova pieno riconoscimento nei modelli organizzativi regionali», ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento in collegamento con il congresso della Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri italiani, in corso a Torino.

Il ministro ha annunciato che il dicastero è al lavoro su un nuovo Decreto Ministeriale che ridefinirà gli standard ospedalieri, includendo anche un ripensamento del ruolo della medicina interna, spesso collocata tra i reparti a bassa intensità di cura. «Proverò a correggere questo con un decreto ministeriale», ha affermato Schillaci.

Investimenti contro la carenza di personale

Altro punto affrontato dal ministro è stato il tema della carenza di personale sanitario. «Si tratta di una criticità che coinvolge soprattutto le specializzazioni oggi meno attrattive per i giovani», ha detto. Tra queste rientra proprio la medicina interna. Per questo, ha spiegato, «nella recente legge di bilancio abbiamo aumentato del 50% la parte variabile del trattamento economico per le specializzazioni considerate meno attrattive».

Più tempo per la ricerca clinica

Durante il congresso è stata presentata un’indagine Fadoi secondo cui molti internisti lamentano l’impossibilità di dedicarsi alla ricerca clinica per l’eccessivo carico di lavoro. Schillaci ha ribadito l’importanza della ricerca: «È fondamentale per far compiere alla medicina interna nuovi passi avanti. Se oggi abbiamo tante possibilità di cura, lo dobbiamo alla ricerca».

La prevenzione come investimento

Infine, il ministro ha richiamato l’attenzione sul tema della prevenzione, spesso sacrificato nei bilanci sanitari: «Dobbiamo cambiare cultura. La prevenzione non è una spesa, è un investimento. Oggi spendiamo solo il 5% del Fondo sanitario, ma servirebbe almeno l’8%».

“Stiamo lavorando con le Regioni per migliorare questo aspetto”, ha concluso Schillaci, ricordando che solo rafforzando medicina interna, prevenzione e ricerca, il Servizio sanitario nazionale potrà continuare a essere motivo di orgoglio per il Paese.