Sciopero generale per Gaza, scontro frontale tra governo e sindacati: il garante lo dichiara illegittimo. Landini rilancia: “Avanti lo stesso”

Meloni ironizza sul “weekend lungo”, Landini parla di offesa ai lavoratori. Schlein annuncia: “Il Pd sarà in piazza”. Salvini prepara multe più dure contro chi viola le regole sugli scioperi

Diventa un caso politico e istituzionale lo sciopero generale per Gaza proclamato da Usb e Cgil all’indomani dell’arrembaggio israeliano alla Global Sumud Flotilla. Non si tratta più soltanto di un atto di protesta solidale con gli attivisti bloccati in acque internazionali: lo scontro si è spostato a Roma, con un botta e risposta che coinvolge governo, opposizioni e le stesse autorità di garanzia.

Il primo colpo è arrivato da Giorgia Meloni. Dal summit di Copenaghen, la premier ha scelto l’ironia amara: “Mi sarei aspettata che almeno su una questione che reputavano così importante, i sindacati non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì, perché il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme”. Parole destinate a far discutere e che hanno scatenato la replica immediata di Maurizio Landini.

Il segretario della Cgil, in collegamento con la sua segreteria a Roma, ha risposto senza giri di parole: “Dire che con lo sciopero si cerca il weekend lungo è un’offesa ai lavoratori e a chi paga le tasse. Qui non si tratta di ferie, ma di diritti costituzionali, del rispetto per nostri connazionali arrestati in acque libere e della salute e sicurezza di chi lavora”. La linea è chiara: nessun passo indietro.

A sostegno della Cgil è arrivata Elly Schlein. Intervenendo alla Camera durante la discussione sul cosiddetto piano Trump per Gaza, la segretaria del Pd ha chiesto al governo di “tenere giù le mani dal diritto di sciopero e dai diritti dei lavoratori”. Poi l’annuncio: “Il Partito democratico sarà in piazza il 3 ottobre, al fianco dei sindacati e dei cittadini”. Una scelta che trasforma la giornata di mobilitazione in un vero e proprio banco di prova politico.

Sul fronte istituzionale, intanto, si è mosso il Garante. La Commissione di garanzia sugli scioperi ha dichiarato “illegittimo lo sciopero senza preavviso” e inviato alle organizzazioni sindacali una nota formale: “Il mancato adeguamento comporta l’apertura di un procedimento di valutazione del comportamento”. Un richiamo che pesa come un macigno, ma che Landini ha scelto di contestare: “Il nostro sciopero è pienamente legittimo. La legge 146 prevede che di fronte a violazioni costituzionali, quando sono in discussione la sicurezza e i diritti fondamentali, lo sciopero si può proclamare senza preavviso. E oggi le norme costituzionali non vengono rispettate”.

I Cobas hanno ricordato che l’agitazione per il 3 ottobre era stata indetta già il 23 settembre, molto prima degli ultimi eventi in mare. “Illegittimo è il blocco navale che affama una popolazione, non certo lo sciopero”, hanno scritto in una nota.

Il vicepremier Matteo Salvini, da parte sua, ha colto l’occasione per rilanciare la sua battaglia contro gli scioperi selvaggi. “Mi auguro che i sindacati scelgano la responsabilità e il rispetto delle regole. Non servono prove di forza”, ha detto. Ma nelle stesse ore ha annunciato che al Consiglio dei ministri di questa sera porterà un’informativa ad hoc sugli scioperi nei trasporti. Obiettivo: inasprire le sanzioni per chi non rispetta le regole. “Non è accettabile – ha aggiunto – che milioni di italiani vengano ostaggio di una minoranza”.

Il clima è rovente. La Cgil e l’Usb stanno predisponendo cortei e presidi in decine di città, dai porti alle stazioni, dalle università ai luoghi di lavoro. In piazza, oltre al Pd, ci saranno anche le sigle di base e numerosi movimenti studenteschi. A Roma il corteo è già stato autorizzato fino a piazza San Silvestro, con la stazione Termini blindata. A Milano l’appuntamento è in piazza della Scala, a Napoli i collettivi torneranno sui binari di piazza Garibaldi.

La sensazione è che lo scontro vada ben oltre Gaza. Lo sciopero è diventato il campo di battaglia simbolico di una sfida più ampia: da un lato il governo che rivendica ordine, regole e disciplina; dall’altro i sindacati che alzano il vessillo della Costituzione e della solidarietà internazionale.

Per gli attivisti fermati in Israele la strada è già segnata: espulsione immediata con un volo verso l’Europa o pochi giorni di detenzione e un giudizio formale davanti a un tribunale israeliano, prima del rimpatrio forzato. In Italia, invece, non rischiano nulla. Nessuna norma penale può trasformare un gesto civile e pacifico in “atto ostile”. Ma sul piano politico il caso si allarga, e lo sciopero del 3 ottobre rischia di trasformarsi in una manifestazione di piazza senza precedenti.

Un venerdì che promette di essere lungo davvero, ma non per le ferie, come ironizza la premier. Perché per molti sarà il giorno in cui la piazza si misura con il potere, e Gaza diventa lo specchio di una battaglia più vasta: quella sul diritto di scioperare.