Da oggetto d’arredo scaramantico a mistero di Palazzo Madama: che fine ha fatto la storica fontanella in bronzo firmata Vincenzo Gemito?
Doveva essere solo una pausa per un restauro lampo, giusto una settimana, giuravano nel marzo dello scorso anno. E invece, l’Acquaiolo del Senato — la celebre statuetta-fontanella in bronzo di Vincenzo Gemito, simbolo scaramantico e totem bipartisan — è scomparso di nuovo, e questa volta senza spiegazioni ufficiali. Un piccolo giallo da corridoi istituzionali che lascia orfani non solo i senatori, ma anche giornalisti, visitatori e habitué della storica buvette di Palazzo Madama.
Sparito l’acquaiolo del Senato, al suo posto una pianta ornamentale
Il suo piedistallo, alla sinistra della porta d’ingresso, non è più occupato dal bronzo partenopeo che da decenni versava acqua e scacciava sfortuna, ma da un’anonima pianta ornamentale. Ad accompagnarla, bottigliette di minerale e bicchieri di plastica. Nessuna traccia del giovincello con la vaschetta che per generazioni ha dissetato e – secondo la leggenda – portato fortuna a chi ne sfiorava il fondoschiena.
Un portafortuna bipartisan
Da Palmiro Togliatti a Giulio Andreotti, i grandi della politica italiana – da destra a sinistra – non disdegnavano il gesto scaramantico, una carezza veloce e discreta per ingraziarsi l’esito di una votazione o allontanare la malasorte di una seduta complicata. Per molti, l’Acquaiolo era più di un soprammobile: era parte della ritualità politica, della liturgia quotidiana di Palazzo.
E che lo facesse anche Andreotti, il Divo Giulio, aggiungeva pepe alla leggenda. Pare che non iniziasse una giornata senza passare da lì.
Sparito l’acquaiolo del Senato, il restauro fantasma
La statuetta era stata ritirata per un restauro nel marzo 2024, dopo che la base aveva ceduto all’usura del tempo. Il ritorno era stato annunciato come imminente. E in effetti, per qualche settimana dopo il restyling della buvette, l’opera è riapparsa brevemente, salvo poi sparire ancora.
Da allora, nessuna spiegazione ufficiale. Nessuna nota dal Senato, nessuna risposta alle domande ricorrenti degli affezionati. Solo silenzio e una pianta.
Un mistero da bar istituzionale
C’è chi ironizza sulla sorte dell’acquaiolo: “Starà dissetando qualche commissione permanente”, scherza un senatore. Qualcun altro sospetta che il giovane scugnizzo di Gemito possa essere rimasto “ostaggio di qualche ufficio tecnico”, in attesa di un nuovo collocamento, magari meno esposto al traffico parlamentare ma più consono al suo valore artistico.
Ma per molti, la vera perdita è simbolica. L’Acquaiolo era un oggetto familiare, accessibile e ironico, uno dei pochi elementi di continuità e leggerezza in un’istituzione spesso affaticata da rituali e formalità. Sparito lui, restano solo acqua in bottiglia e bicchieri di plastica.
Una metafora? Forse. O più semplicemente, una piccola storia italiana, in cui anche un bronzo di Gemito finisce per diventare un mistero parlamentare.