Strage di Castel d’Azzano, i Ris analizzano gli indumenti dei fratelli Ramponi

La Procura di Verona cerca di ricostruire la dinamica dell’esplosione costata la vita a tre carabinieri

La Procura di Verona ha disposto il sequestro e l’analisi degli indumenti di Franco e Dino Ramponi, detenuti nel carcere di Montorio dopo la strage avvenuta a Castel d’Azzano nel casolare di famiglia. Le scarpe di Franco e il giubbotto di Dino saranno esaminati dal Ris di Parma nei prossimi giorni: l’obiettivo è chiarire la posizione dei due fratelli al momento dell’esplosione che ha ucciso tre carabinieri.

La tragedia

Sono passati dieci giorni da quel pomeriggio in cui i militari erano intervenuti per un controllo nella casa dei Ramponi. All’improvviso, le bombole di gas presenti nell’abitazione sono esplose, trasformando l’edificio in una trappola mortale. I tre carabinieri hanno perso la vita nel tentativo di entrare, mentre sul posto è rimasta gravemente ferita anche la sorella, Maria Luisa Ramponi, tuttora ricoverata in ospedale.

Perché sequestrare i vestiti

Gli investigatori vogliono stabilire con precisione dove si trovassero Franco e Dino al momento della deflagrazione. Le analisi del laboratorio scientifico potrebbero evidenziare residui di combustibile, tracce di calore o elementi compatibili con la vicinanza diretta al punto dell’esplosione. La ricostruzione è centrale per definire il ruolo dei due fratelli nella dinamica dell’innesco.

Secondo le prime ipotesi, a provocare la deflagrazione sarebbe stata proprio Maria Luisa, che da tempo avrebbe minacciato insieme ai fratelli di far saltare tutto pur di impedire lo sgombero.

Strage di Castel d’Azzano, il contesto: minacce e debiti

Il casolare in cui è avvenuta la tragedia era pignorato e destinato all’asta per debiti accumulati negli anni, tra cui un mutuo mai saldato. La situazione economica critica si era intrecciata con un clima di tensione crescente. Più volte i Ramponi avrebbero impedito l’accesso all’abitazione e minacciato azioni violente. I carabinieri, attraverso sorvoli con droni, avevano individuato sul tetto anche bottiglie incendiarie.

Una comunità ferita

Franco e Dino Ramponi sono ora indagati per strage, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di esplosivi. La loro posizione potrebbe aggravarsi o alleggerirsi proprio grazie agli accertamenti scientifici in corso. Castel d’Azzano resta scossa. Il cordoglio per i tre carabinieri si accompagna alla richiesta di verità: capire cosa sia accaduto negli ultimi istanti prima dell’esplosione significa restituire giustizia alle vittime e risposte a una comunità ancora attonita.