Trump alla Knesset: “Israele ha vinto”. Ora costruire pace e prosperità per il Medio Oriente

Israele, bandiere americane ed immagini di Donald Trump esposte a Gerusalemme e Tel Aviv

Una visita ad alto impatto simbolico e politico quella del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, atterrato questa mattina all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Ad accoglierlo, il primo ministro Benyamin Netanyahu con la moglie Sara, il presidente israeliano Isaac Herzog, l’inviato speciale Steve Witkoff, il genero e consigliere presidenziale Jared Kushner e la figlia Ivanka Trump.

Durante il suo atteso discorso alla Knesset, anticipato in alcuni estratti ufficiali diffusi dalla Casa Bianca, Trump ha lanciato un messaggio chiaro sul futuro della regione. “Israele ha vinto tutto ciò che si poteva ottenere con la forza delle armi. Ora è il momento di trasformare queste vittorie contro i terroristi sul campo di battaglia nel premio finale: pace e prosperità per l’intero Medio Oriente”.

Un invito, quello del presidente americano, a guardare oltre la guerra, verso la costruzione di un ordine nuovo fondato sulla cooperazione. “Insieme abbiamo dimostrato che la pace non è solo una speranza che possiamo sognare, ma una realtà su cui possiamo costruire, giorno dopo giorno, persona dopo persona, nazione dopo nazione”.

Nel suo intervento, Trump ha parlato di un cambiamento epocale per la regione: “Ci riuniamo in un giorno di profonda gioia, di speranza crescente, di fede rinnovata e, soprattutto, un giorno per rendere il nostro più profondo ringraziamento all’Onnipotente Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Dopo tanti anni di guerre incessanti e pericoli senza fine, oggi il cielo è sereno, le armi tacciono, le sirene non suonano più e il sole sorge su una Terra Santa finalmente in pace. È l’alba storica di un nuovo Medio Oriente”.

Gaza resta al centro della visione strategica tracciata da Trump, con un appello diretto alla ricostruzione e alla stabilità: “L’attenzione su Gaza deve concentrarsi interamente sul ripristino dei fondamenti della stabilità, della sicurezza, della dignità e dello sviluppo economico, affinché possano finalmente avere la vita migliore che i loro figli meritano”.

Infine, il presidente ha rivendicato la resilienza e la forza di Israele, con un chiaro riferimento agli eventi del 7 ottobre: “La storia della ferrea determinazione e del trionfo di Israele dal 7 ottobre dovrebbe essere la prova per il mondo intero che coloro che cercano di distruggere questa nazione sono destinati a un amaro fallimento. Lo Stato di Israele è forte e vivrà e prospererà per sempre”.

Il discorso segna una tappa cruciale nel quadro della diplomazia internazionale e nel percorso verso una nuova fase post-bellica per il Medio Oriente.