Un sondaggio ISPI-IPSOS DOXA rivela come gli italiani guardano al 2026, con lo sguardo puntato all’instabilità globale, fiducia incerta negli alleati storici, mentre è molto forte il desiderio di pace.
Un anno fa veniva rieletto Trump alla Casa Bianca, ma l’opinione pubblica italiana si mostra profondamente divisa ma complessivamente pessimista sul futuro internazionale. E come non esserlo considerando che la guerra in Ucraina è ancora aperta, a Gaza vige un fragile cessate il fuoco, forti sono le tensioni geopolitiche.
Così gli italiani guardano al 2026 con una miscela di speranza e profonda apprensione. Dubbi e incertezze sono forti, così come un malcelato timore per l’instabilità del mondo.
I risultati del sondaggio ISPI, realizzato da IPSOS DOXA nell’ambito dell’Osservatorio “ItaliaInsight – Gli italiani e la politica internazionale”, mettono in luce come gli italiani considerino il mondo attuale più ostile e incerto rispetto al passato recente. Mentre l’Unione europea resta un punto di riferimento importante, anche se gli italiani sperano che possa essere più forte e unita per meglio affrontare i grandi dossier geopolitici.
Notevole è la fiducia nell’Unione europea come alleato dell’Italia (+48% nel saldo netto tra “alleato” e “avversario”), anche se molti non credono che l’UE possa risolvere da sola crisi come quella in Medio Oriente. La fiducia nella NATO resta elevata ma in lieve calo.
Cala notevolmente sotto la presidenza Trump, la percezione degli Stati Uniti come partner affidabile, passando da saldo positivo di +47% a +19%. Trump continua ad essere indicato dagli italiani come il leader più influente al mondo. Segue il cinese Xi Jinping, mentre Vladimir Putin, ha perso molto terreno nella percezione degli italiani. In sostanza gli italiani riconoscono un ruolo centrale agli Stati Uniti, ma sono crescenti i dubbi sulla direzione politica e sulle scelte sempre più controverse di Washington.
Per il 54% degli italiani l’impatto di Trump sulla politica globale é critico, ritenendo che le cose per il mondo siano peggiorate dall’inizio del suo mandato, mentre solo il 13% vede un miglioramento. Anche la valutazione dell’impatto sugli Stati Uniti è negativa, con il 46% che ritiene che il paese stia peggio ora rispetto all’anno scorso.
Per il quarto anno consecutivo, la Russia è percepita come la principale minaccia per la sicurezza globale, seguono gli Stati Uniti e Israele. Minori sono i timori verso la Cina che scivola nelle posizioni inferiori della classifica delle minacce percepite.
Quasi metà degli italiani (49%) desidera la fine della guerra in Ucraina il prima possibile, e una larga maggioranza di questi è disposta ad accettare compromessi territoriali significativi pur di fermare il conflitto. Solo una minoranza sostiene il pieno continuare del sostegno militare a Kiev fino al ripristino dei confini.
Appare così evidente un sentimento di stanchezza per la guerra e una indicazione per soluzioni che mettano al primo posto la pace rispetto a ulteriori escalation militari.
Per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente, gli italiani mostrano scarsa fiducia nella capacità dell’Europa di garantire la pace nella regione da sola: solo il 4% crede che l’UE possa farlo, mentre emerge una preferenza per soluzioni multilaterali attraverso l’ONU o coalizioni internazionali.
Il sondaggio ISPI-IPSOS DOXA disegna un quadro di opinione pubblica italiana sensibile alle tensioni globali e desiderosa di stabilità e pace, ma anche consapevole delle difficoltà e dei limiti delle potenze internazionali e delle istituzioni multilaterali. La percezione di un mondo più instabile e di alleati tradizionali meno affidabili crea un senso diffuso di insicurezza.
Gli taliani guardano al 2026 con speranze di pace, ma anche profonda apprensione per il futuro geopolitico.
di Riccardo Montanaro







