Tre nomi, tre storie spezzate in un solo giorno. Altri tre incidenti mortali sul lavoro in poche ore: tre operai che hanno perso la vita nel Vicentino, nel Napoletano e in provincia di Frosinone. Tre vite perse sul lavoro, tre tragedie che si sommano a una lunga lista di lavoratori che ogni anno, in Italia, muoiono sul lavoro. Le denunce di infortunio mortale presentate tra gennaio e marzo sono state 205, con un forte incremento dell’ 8,37%. Tutto questo mentre l’8 maggio governo e sindacati si incontrano per decidere come utilizzare i 600 milioni di avanzo di cassa dell’Inail da destinare alla prevenzione.
Nel 2024, secondo i dati dell’INAIL, le denunce di infortuni mortali sul lavoro sono state 1.090, con un incremento del 4,7% rispetto alle 1.041 del 2023. Di queste, 805 sono avvenute “in occasione di lavoro”, mentre 285 sono state “in itinere”, ossia durante il tragitto casa-lavoro, con un aumento del 17,8% rispetto all’anno precedente.
Gli infortuni totali denunciati nel 2023 sono stati oltre 590.000, in calo del 16,1% rispetto all’anno precedente, ma le morti sul lavoro restano un problema grave e persistente.
Il settore delle costruzioni si conferma il più pericoloso, con 156 decessi nel 2024. Seguono i trasporti e magazzinaggio (111 morti), le attività manifatturiere (101) e il commercio (58).
I lavoratori stranieri sono particolarmente a rischio: nel 2024, 176 stranieri sono deceduti in occasione di lavoro, con un’incidenza di 74,2 morti ogni milione di occupati, più del doppio rispetto ai 29,7 degli italiani.
Anche l’età incide sul rischio: i lavoratori ultrasessantacinquenni presentano l’incidenza più elevata di mortalità, con 138,3 decessi ogni milione di occupati. La fascia d’età più colpita in termini assoluti è quella tra i 55 e i 64 anni, con 279 decessi.
A livello territoriale, la Lombardia ha registrato il maggior numero di vittime in occasione di lavoro nel 2024, con 131 decessi, seguita da Campania (84), Lazio (73), Emilia-Romagna (71) e Sicilia (65).
Alcune regioni presentano un’incidenza di mortalità superiore del 25% rispetto alla media nazionale di 34,1 morti ogni milione di lavoratori, rientrando così nella “zona rossa”: Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia.
Per contrastare questa piaga, dal 1° ottobre 2024 è operativa la patente a crediti per il settore dell’edilizia, che monitora e incentiva il miglioramento delle condizioni di sicurezza nei cantieri, premiando le imprese virtuose e sanzionando quelle inadempienti. Inoltre, le risorse stanziate per i bandi ISI sono aumentate da 333 milioni di euro nel 2022 a 500 milioni per il 2024.
Nonostante questi sforzi, i dati mostrano che le morti sul lavoro continuano a essere una tragica realtà quotidiana in Italia. È necessario un impegno costante e coordinato tra istituzioni, imprese e lavoratori per promuovere una cultura della sicurezza e prevenire ulteriori perdite di vite umane.