Dopo l’incontro tra Trump e Xi Jinping in Corea del Sud, sospeso il regime di controllo sull’export dei metalli strategici. Accordo anche su dazi, Fentanyl e soia
È tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina. Dopo mesi di tensioni e scambi di accuse, Donald Trump e Xi Jinping hanno raggiunto un accordo. Sospese per un anno le restrizioni cinesi all’esportazione delle terre rare, materie prime fondamentali per l’industria tecnologica, automobilistica, energetica e militare.
L’intesa, annunciata a margine dell’incontro tra i due leader in Corea del Sud, rappresenta una svolta in uno dei dossier più delicati dello scontro economico tra Washington e Pechino, che aveva preoccupato anche l’Unione Europea per i rischi di carenza globale di materiali strategici.
Usa-Cina, stop alle restrizioni e revisione tra un anno
“La Cina sospenderà per un anno l’attuazione delle misure di controllo delle esportazioni annunciate il 9 ottobre e perfezionerà i piani specifici”, ha dichiarato il ministero del Commercio di Pechino. La sospensione riguarda i limiti imposti ad aprile, quando la Cina aveva introdotto un sistema di licenze per l’export di terre rare e tecnologie connesse, irrigidito poi a ottobre con nuovi controlli.
Al termine del vertice, Trump ha confermato l’intesa: “L’accordo sulle terre rare è ormai concluso, ed è per il mondo intero”,
ha detto ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, definendo l’intesa “un passo avanti verso una cooperazione economica più stabile”. Il patto prevede una verifica congiunta tra 365 giorni, per valutare i progressi e ridefinire eventualmente le misure.
Scambio di concessioni: dazi, Fentanyl e industria navale
L’accordo va oltre le terre rare e si estende ad altri capitoli della complessa relazione economica tra le due potenze.
Gli Stati Uniti hanno accettato di ridurre dal 20% al 10% i dazi sui prodotti cinesi legati al Fentanyl, un oppioide sintetico che provoca decine di migliaia di morti ogni anno in America.
In cambio, la Cina ha promesso di rafforzare i controlli sulla produzione e sull’esportazione dei componenti chimici impiegati nella sintesi della droga, pur continuando a negare ogni responsabilità diretta nel traffico illegale. Gli Stati Uniti sospenderanno inoltre per dodici mesi un’indagine sull’industria navale cinese, che aveva portato all’introduzione di dazi reciproci sui porti. Pechino, da parte sua, farà altrettanto, congelando per un anno le proprie contromisure.
Apertura sul fronte agricolo: torna la soia americana
Altro punto chiave dell’accordo riguarda l’agricoltura. Dopo i colloqui con Xi Jinping, Trump ha annunciato che la Cina riprenderà ad acquistare “considerevoli quantità” di soia e altri prodotti agricoli dagli Stati Uniti. La misura pone fine a un blocco che durava da oltre un anno. In risposta ai dazi americani, Pechino aveva sospeso le importazioni di soia, colpendo duramente gli agricoltori americani.
Nel 2024 la Cina aveva rappresentato oltre la metà delle esportazioni statunitensi di soia, prima di interrompere tutti gli ordini.
Usa-Cina, un’intesa globale e fragile
L’accordo – preparato da settimane di colloqui tecnici in Malesia e ratificato dopo un vertice a Madrid – appare come un cessate il fuoco economico temporaneo. Ma la sospensione di un anno lascia aperti molti interrogativi sulla stabilità dei rapporti tra le due superpotenze, in un momento in cui la rivalità strategica resta altissima.
Le terre rare, di cui la Cina detiene oltre il 70% della produzione mondiale, restano un punto di forza cruciale per Pechino, mentre Washington punta a ridurre la propria dipendenza.
Trump: “Un accordo per il mondo intero”
Donald Trump, di ritorno dalla Corea del Sud, ha rivendicato l’intesa come un successo della diplomazia americana: “Lavoriamo per soluzioni globali, non solo bilaterali. Questa è una vittoria per tutti, dagli Stati Uniti all’Europa, fino all’Asia”. L’accordo, tuttavia, resta provvisorio e condizionato. La revisione fissata tra un anno potrebbe riaprire i negoziati, soprattutto se il confronto su tecnologia, sicurezza e diritti commerciali tornerà a inasprirsi.
Per ora, però, le due superpotenze scelgono la via della tregua. Un anno di respiro per i mercati globali e per un’economia mondiale stremata da guerre commerciali, crisi energetiche e transizioni industriali sempre più complesse.







