Il commissario europeo al Commercio incontra Tajani, Lollobrigida e Urso. Sul tavolo la questione pasta e i nodi del trattato Ue-Mercosur che spaccano l’Europa
Sarà una due giorni ad alta tensione commerciale quella che attende Maros Sefcovic, commissario europeo al Commercio, in arrivo giovedì a Roma per una serie di incontri istituzionali e tecnici. È la prima missione in Italia dopo la firma dell’accordo tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi, ma il vero banco di prova sarà un altro: convincere il governo italiano e le categorie produttive sulla bontà del contestato trattato Ue-Mercosur.
Accordo Mercosur: dazi, pasta e rapporti con Washington
La visita di Sefcovic arriva in un momento strategico per la politica commerciale europea. Nelle stesse ore in cui Donald Trump e Xi Jinping si incontreranno per il loro primo vertice da quando il tycoon è tornato alla Casa Bianca, a Roma il commissario slovacco vedrà Antonio Tajani, Francesco Lollobrigida e Adolfo Urso, oltre ai rappresentanti dei principali settori produttivi italiani.
Tra i dossier più caldi, quello dei dazi americani sulla pasta italiana — un tema che tocca il cuore del made in Italy agroalimentare.
Sefcovic, spiegano fonti diplomatiche, avrebbe già sollevato la questione con gli interlocutori statunitensi, chiedendo garanzie per evitare nuovi rincari che potrebbero penalizzare le esportazioni europee.
“L’accordo con gli Stati Uniti regge, ma va costantemente calibrato”, avrebbe confidato il commissario nei giorni scorsi, riferendosi anche ai derivati dell’acciaio e ad altri comparti strategici.
Il nodo Mercosur divide l’Europa
Ma è il trattato commerciale con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) a rappresentare il vero banco di prova politico. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, punta a chiudere l’intesa prima di Natale, con una firma in Brasile entro il 2025. Ma la strada resta in salita: Italia e Francia restano i Paesi più scettici, preoccupati dagli effetti sull’agricoltura e sulle produzioni locali.
L’accordo, che prevede un’ampia apertura dei mercati agricoli sudamericani in cambio di accesso europeo a settori industriali e tecnologici, è considerato da Bruxelles un pilastro della strategia di diversificazione commerciale — soprattutto dopo la crisi con la Russia e la dipendenza dalle catene produttive asiatiche.
Sefcovic tenterà di rassicurare Roma, illustrando le “misure di salvaguardia” che la Commissione intende attuare per tutelare le filiere più esposte, come quella agroalimentare e quella siderurgica.
Un’Europa divisa tra aperture e protezioni
La visita del commissario europeo si svolgerà in un contesto geopolitico complesso, dove l’Europa cerca di bilanciare l’apertura ai mercati globali con la necessità di proteggere le proprie industrie e i propri lavoratori.
Da un lato, Bruxelles spinge per nuovi accordi commerciali per consolidare la propria autonomia economica; dall’altro, cresce in diversi Paesi — Italia in testa — la paura di una “concorrenza sleale” e di un eccesso di liberalizzazione che metta a rischio le produzioni locali.
In Senato la voce dei produttori italiani
Oltre agli incontri con i ministri, Sefcovic sarà audito in Senato e poi incontrerà associazioni e consorzi di produttori italiani, dal settore agricolo a quello industriale. Un confronto che si preannuncia serrato, con il commissario deciso a mostrare i benefici dell’accordo e a ribadire che la strategia europea non mira a sacrificare nessuno, ma a rendere l’Unione “più forte e più autonoma in un mondo frammentato”.
Un equilibrio difficile da trovare, ma essenziale per un’Europa che – tra dazi americani, tensioni geopolitiche e sfide verdi – cammina sul filo sottile tra difesa e apertura.







