Nessun passo avanti verso un accordo di pace, nessuna data per un vertice tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky e nessuna intesa per un cessate il fuoco. Si è chiusa con un nulla di fatto dal punto di vista politico la terza tornata di negoziati russo-ucraini a Istanbul, anche se le delegazioni hanno concordato nuove iniziative umanitarie, a partire da altri scambi di prigionieri: 1.200 per parte.
Proposte e veti sui vertici tra leader
Il capo negoziatore ucraino Rustem Umerov ha proposto l’organizzazione di un vertice tra i due presidenti già in agosto, auspicando anche la partecipazione di Donald Trump e Recep Tayyip Erdogan. Ma Mosca frena: per il negoziatore russo Vladimir Medinsky, un incontro tra Putin e Zelensky avrebbe senso solo per siglare un accordo già definito, non per discuterlo. Le posizioni tra Russia e Ucraina restano molto distanti e, per ora, non c’è un vero dialogo su una soluzione politica.
Proseguono i contatti, ma solo progressi umanitari
Nonostante la distanza sui rispettivi memoranda, le due delegazioni hanno concordato di continuare i contatti tramite tre gruppi di lavoro su temi politici, militari e umanitari. Sul piano concreto, la terza sessione di colloqui si è conclusa con l’accordo per nuovi scambi di prigionieri e il rimpatrio di salme di soldati caduti. La Russia ha anche proposto tregue temporanee di 24-48 ore per consentire soccorsi e recupero dei feriti.
Situazione sul terreno e nuovi aiuti militari all’Ucraina
Sul fronte militare, le forze russe continuano l’avanzata nella regione di Sumy, mentre Kiev segnala nuove vittime civili a causa dei raid. Intanto, dagli Stati Uniti è arrivato il via libera a un nuovo pacchetto di missili e veicoli per la difesa aerea da 322 milioni di dollari a favore di Kiev, mentre la cooperazione tra Ucraina e Turchia nel settore della difesa si rafforza dopo gli incontri ad Ankara.
Un dialogo in stallo, con la guerra che non si ferma
I negoziati di Istanbul hanno portato a progressi solo sul piano umanitario, mentre il conflitto continua su più fronti e le prospettive di una pace restano ancora lontane.