Il welfare italiano continua a rappresentare il pilastro più imponente della spesa pubblica. Nel 2024, sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione hanno assorbito 669,2 miliardi di euro, pari a oltre il 60% della spesa complessiva dello Stato. Il dato emerge dal Welfare Italia Forum 2025, l’appuntamento annuale promosso da Unipol e The European House–Ambrosetti, che analizza la sostenibilità e l’evoluzione del sistema sociale del Paese.
La componente previdenziale da sola incide per il 16% del Pil, contro una media dell’Eurozona del 12,3%, mentre istruzione e politiche sociali restano più deboli, rispettivamente al 3,9% e 4,9% del Pil. “Il welfare non deve essere un elemento accessorio, ma un motore di competitività per il Paese”, sottolinea Carlo Cimbri, presidente del Gruppo Unipol, aprendo i lavori del forum.
Un Paese che invecchia
La fotografia sociale tracciata dal rapporto mostra un’Italia segnata da forti divari territoriali e demografici. Nel 2024 si è registrato un nuovo minimo storico di nascite, appena 370 mila, mentre le proiezioni demografiche indicano un calo della popolazione a 54,8 milioni nel 2050 e 46,1 milioni nel 2080. Nello stesso periodo, la quota di over 65 salirà al 34,9% e già oggi oltre un cittadino su cinque (23,1%) risulta a rischio di povertà o esclusione sociale, uno dei valori più alti dell’Unione europea.
“Il nostro Paese ha una spesa del welfare vertiginosa – osserva la vice ministra del Lavoro Maria Teresa Bellucci – ma il vero nodo è capire come utilizzare al meglio le risorse per renderle più efficaci e sostenibili”.
Welfare, le tre priorità del Forum: scuola, lavoro e talenti
Il think tank individua tre priorità di intervento per rendere il welfare italiano più equilibrato e competitivo.
La prima riguarda l’istruzione, settore che in Italia riceve appena il 3,9% del Pil, con una spesa per studente inferiore a quella dei principali Paesi europei. Per il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, “il problema non è nella qualità della scuola italiana, ma nel contesto sociale”. Il ministro invita a “leggere i dati in modo realistico, evitando scenari catastrofisti che non corrispondono alla realtà”.
La seconda priorità è il mercato del lavoro, in particolare l’occupazione giovanile, che resta tra le più basse d’Europa.
La terza riguarda l’attrazione dei talenti, con la necessità di rendere l’Italia più competitiva nel reclutamento di studenti e professionisti stranieri, attraverso incentivi mirati e percorsi di carriera più dinamici.
Cimbri: “Competitività e riequilibrio del welfare”
Concludendo i lavori, Carlo Cimbri sottolinea che “tutti i temi affrontati oggi mirano a portare l’Italia su una strada comune di crescita e competitività. Il futuro del Paese – aggiunge – passa da un riequilibrio delle componenti del welfare, capace di sostenere le persone e, al tempo stesso, di rafforzare l’economia”.







