In Italia si stima che oltre 24 milioni di persone tra i 15 e i 74 anni soffrano di apnee ostruttive del sonno, un disturbo tanto diffuso quanto sottovalutato. Solo una piccola parte della popolazione, meno di mezzo milione, ha ricevuto una diagnosi formale, e appena 200mila pazienti sono attualmente in trattamento. Eppure, secondo gli esperti, i casi medio-gravi coinvolgono almeno 12 milioni di adulti, con una netta prevalenza maschile (circa il 65%).
Un quadro allarmante, destinato a peggiorare nei prossimi anni a causa di due tendenze demografiche in crescita: l’aumento dell’obesità e l’invecchiamento della popolazione. Anche l’arrivo della stagione estiva può contribuire ad aggravare la sintomatologia, complice l’effetto combinato di caldo, umidità, disidratazione e sudorazione notturna.
Per approfondire il tema e fare il punto sulle più recenti strategie terapeutiche, oggi e domani si tiene a Roma, presso l’Università Campus Bio-Medico, il Quinto Corso Internazionale sui Disturbi Respiratori del Sonno, promosso da UCBM Academy. All’evento partecipano specialisti provenienti da oltre 34 Paesi, tra cui medici, ricercatori e docenti universitari.
Il congresso si concentrerà sulle nuove tecnologie applicate alla diagnosi e alla cura dei disturbi respiratori del sonno, con un focus particolare sulle soluzioni chirurgiche avanzate e sugli approcci integrati, sempre più personalizzati, nell’ambito della medicina di precisione. L’obiettivo è fornire strumenti efficaci e su misura per pazienti con condizioni spesso complesse e croniche.
Durante l’evento verrà anche inaugurato un nuovo centro di chirurgia esoscopica dedicato alle patologie otorinolaringoiatriche. Il centro sarà dotato di un sistema di visualizzazione tridimensionale in altissima definizione, capace di combinare i benefici dell’endoscopia con quelli della microchirurgia tradizionale. Un salto di qualità per la chirurgia del sonno e non solo.
L’iniziativa rappresenta un’importante occasione per rilanciare l’attenzione su un problema che, pur riguardando milioni di italiani, è ancora poco conosciuto e spesso sottovalutato, con conseguenze anche gravi sulla salute generale, dal rischio cardiovascolare all’impatto sulla qualità della vita.