Demenza giovanile, l’ISS: in Italia 24mila casi sotto i 65 anni

Le Demenze ad Esordio Precoce, che colpiscono persone sotto i 65 anni, rappresentano un’importante emergenza socio-sanitaria. In Italia si stima che ne soffrano circa 24.000 persone, con bisogni molto diversi rispetto ai pazienti più anziani e ai loro caregiver.

Attualmente, in Italia si stimano 1,2 milioni di casi di demenza tra le persone con più di 65 anni (di cui 550-660 mila di Alzheimer) e circa 24.000 casi di demenza giovanile nella fascia 35-64 anni. Considerando anche i familiari coinvolti — circa 4 milioni di persone — si calcola che il 10% della popolazione italiana sia toccato, direttamente o indirettamente, da questa condizione, che l’OMS definisce una priorità mondiale di salute pubblica.

Il presidente dell’ISS Rocco Bellantone, ha affermato: “Numeri ci ricordano che questo problema tocca tutte le famiglie. Oltre alla ricerca quindi, che anche in questo Istituto portiamo avanti, è fondamentale anche la sensibilizzazione sul tema. Per questo per la prima volta abbiamo aperto le porte dell’Istituto alla proiezione di un film, che è uno strumento potente, capace di toccare nel profondo e modificare la sensibilità del pubblico.”

“Questa iniziativa – ha spiegato Daniela Merlo, direttrice del Dipartimento di Neuroscienze – mira a stimolare alcune riflessioni sui diversi aspetti del tema delle demenze giovanili, dall’importanza della ricerca all’impatto socio-emotivo subito dai giovani caregiver, bambini e ragazzi under 18, che svolgono mansioni di cura e assistenza nei confronti di un membro della famiglia che è in condizioni di non autosufficienza, considerate inappropriate per la loro età.”

Durante la tavola rotonda, moderata dalla giornalista de Il Messaggero Carla Massi, sono intervenuti Alberto Siracusano, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Raffaele Lodi, presidente della rete IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione, e Camillo Marra, direttore della Clinica della Memoria del Policlinico Gemelli IRCCS di Roma.

Gli esperti hanno evidenziato la necessità di percorsi dedicati per le persone con demenze a esordio precoce, che spesso si trovano ad affrontare test e terapie pensati per pazienti anziani. Hanno inoltre sottolineato l’urgenza di più ricerca sperimentale per ampliare le opzioni terapeutiche, oggi ancora molto limitate, nonostante l’arrivo di due nuovi farmaci.