Il digiuno intermittente può risultare utile per perdere peso, ma non mostra vantaggi particolari rispetto a qualsiasi altra dieta che implichi una semplice riduzione delle calorie assunte.
Tra le diverse modalità di digiuno intermittente analizzate, quella che sembra produrre i risultati più significativi è il digiuno a giorni alterni. A fornire questi dati è uno studio condotto dall’University of Toronto, pubblicato sul British Medical Journal.
Negli ultimi tempi, questa strategia alimentare “ha guadagnato popolarità”, come spiegano i ricercatori. “Si tratta di un modello alimentare che prevede periodi di digiuno – o assunzione energetica ridotta – intervallati da periodi di non digiuno con l’assunzione energetica senza restrizioni”, precisano nello studio. “Il periodo di digiuno può variare da diverse ore durante il giorno a un periodo completo di 24 ore”.
Lo studio ha esaminato 99 ricerche precedenti, per un totale di 6.582 partecipanti, mettendo a confronto gli effetti di una dieta ipocalorica tradizionale – senza vincoli di orario – con tre tipologie di digiuno intermittente. I risultati hanno mostrato che entrambi gli approcci portano a una perdita di peso simile, con una lieve superiorità per il digiuno a giorni alterni, che ha comportato un calo aggiuntivo di circa 1,6 kg rispetto alla dieta standard, e di 1 kg rispetto agli altri modelli di digiuno intermittente.
Tuttavia, per quanto riguarda altri indicatori metabolici, come la riduzione del colesterolo, il digiuno intermittente non ha offerto vantaggi rispetto alla dieta classica.
Secondo l’editoriale che accompagna lo studio, “il valore di questo studio non sta nello stabilire una strategia universalmente superiore”. Anzi, “la ricerca di una dieta ideale applicabile all’intera popolazione è un approccio riduzionista che trascura la necessità di interventi personalizzati”. Per questo, concludono gli esperti, “la scelta del regime alimentare dovrebbe tenere conto dell’anamnesi, delle preferenze alimentari, del contesto psicosociale e della fattibilità di un’aderenza costante”.