“Il Sud che incanta: artisti, scienziati ed eremiti riscoprono la Calabria”

“Sto pensando di venire a vivere in Calabria.” Poche parole, accolte da un lungo applauso e da una standing ovation. Le ha pronunciate David Cronenberg, maestro indiscusso del cinema mondiale, ospite d’onore al Celico International Arts Festival 2025, dove il suo “A History of Violence” ha inaugurato la rassegna. L’iniziativa, nel cuore della piccola cittadina silana, ha registrato il tutto esaurito. Un evento che segna non solo un successo artistico, ma anche un segnale potente: la Calabria sta cambiando volto. O meglio, lo sta mostrando al mondo, senza più pudore, nella sua forma più autentica.

Celico, piccolo borgo tra i monti, ha scelto di dedicare la sua rassegna annuale al tema delle “trasformazioni”. Non a caso. Qui l’arte non è ornamento, ma strumento di cambiamento, atto sociale e spirituale insieme. Le parole di Cronenberg non sono solo una dichiarazione d’amore per il paesaggio o il cibo, ma la testimonianza di una verità più profonda: la Calabria sta diventando un luogo d’elezione per chi cerca un altro ritmo, un altro sguardo, un’altra vita. Non è un caso isolato. Negli ultimi due anni, docenti universitari, primari, ricercatori e scienziati hanno scelto di trasferirsi in Calabria, attratti dal fermento culturale e scientifico che ruota attorno all’Università della Calabria.

“Gli exploit dell’Università della Calabria: in 18 mesi richiama 8 scienziati da Oxford, Yale, Parigi” scrive Corrado Zunino su Repubblica. ”L’Università della Calabria, campus tra le colline di Arcavacata, provincia di Cosenza – in un luogo di scienza che calamiti i migliori informatici, medici, fisici ed economisti  disponibili, che attragga studenti dalle altre province calabresi e dal Meridione limitrofo, ottenga infine riconoscimenti internazionali.” L’ateneo calabrese da solo ha ottenuto un quarto dei progetti finanziati dal Fis in tutto il Mezzogiorno (ben 3 dei soli 12), per un importo totale di circa 5 milioni di euro.

Tra i nuovi ingressi spicca Orazio Attanasio, professore presso la prestigiosa Yale University, vincitore del progetto di ricerca “Measurement Tools Design”, finanziato nell’ambito del programma “Advanced Grant”. Dal settore della fisica arrivano, invece, due giovani scienziati di talento: Gianni Jacucci e Mario Ferraro, entrambi vincitori di progetti altamente competitivi, finanziati dal Fis nel macrosettore delle Scienze fisiche ed ingegneristiche.

Gianni Jacucci è un fisico sperimentale specializzato nello studio di sistemi biologici attraverso tecniche avanzate di ottica. Ha conseguito il dottorato presso l’Università di Cambridge (Regno Unito) e successivamente è stato assegnatario di una borsa Marie Skłodowska-Curie presso la Scuola Normale di Parigi. 

Mario Ferraro, postdoc nel settore della fisica sperimentale della materia, guiderà invece il progetto “Specialty Optical Fibers Thermodynamics (SOFT)” che esplorerà l’applicazione dei principi della termodinamica alla propagazione non lineare della luce in fibre ottiche speciali. Paolo Zimmaro è il primo italiano ad aver mai ricevuto il prestigioso riconoscimento di miglior ricercatore al mondo di Ingegneria geotecnica sismica under 40 . Nel 2020 lasciò gli USA per tornare all’Università della Calabria

L’altra Calabria: il rifugio degli eremiti contemporanei

Ma il fenomeno più sorprendente è forse un altro. C’è chi non viene per lavorare, ma per smettere di lavorare. O meglio, per cambiare radicalmente la propria vita. Sono gli “eremiti del terzo millennio”, raccontati con sensibilità e profondità da Natalino Stasi nel suo canale YouTube. Persone che hanno lasciato impieghi ben retribuiti al nord per rifugiarsi tra i boschi della Sila, dell’Aspromonte o del Pollino, attratti da un bisogno profondo di silenzio, di verità e di radici.

Da alcuni anni, quasi quotidianamente LaC racconta le scelte di chi lascia il caos per la semplicità, come Francesco e Maria due artisti di strada. Mentre Antonio è il loro bambino. Vivono in Calabria, in campagna, nel Cosentino. Lo fanno da un po’ di anni senza pesare su nessuno, senza compromettere la salute del pianeta e con soli 400 euro al mese. Ginevra dell’Osso ha lasciato Milano dove stava molto bene, ma la sua era una vita frenetica, troppo caotica. Si è trasferita con la famiglia a Isca sullo Ionio, un piccolo borgo collinare sulla costa ionica di circa 300 abitanti. «Volevo offrire ai miei figli un’infanzia ricca di libertà e sicurezza, in un ambiente dove poter correre e giocare senza preoccupazioni, lontano dai pericoli della città» ha detto Ginevra.

Si chiama Damiano Zavaglia, la sua storia è straordinaria, sembra inventata. Damiano per 30 anni ha fatto il parrucchiere a Genova dov’era arrivato da Mammola, nel reggino. A Genova stava piuttosto bene, ma ad un certo punto decise di abbandonare tutto e di entrare in convento, nell’ordine dei frati cappuccini. Ma non è tutto, perché successivamente decide di andare a vivere in solitudine  in Calabria, in un villaggio abbandonato dell’Aspromonte. Non ci poteva essere scelta migliore per chi voleva vivere secondo le rigide regole di San Francesco d’Assisi.

Sono storie che parlano di rinascita. In una terra spesso raccontata solo per le sue difficoltà, c’è chi trova ciò che altrove si è perduto: il senso del tempo, la forza della comunità, l’intensità del paesaggio.

Non è una novità, in fondo. Nel XII secolo, tra le gole del Neto e i faggi maestosi della Sila, trovò rifugio Gioacchino da Fiore, profeta e riformatore, mistico e pensatore. Le sue visioni di un’età dello Spirito nacquero tra questi monti aspri e allora davvero irraggiungibili. Oggi come allora, la Calabria si conferma terra di profezia e visione.

La bellezza è ovunque: nella maestà del Pollino, fra le superbe montagne dell’Aspromonte, fra gli incantevoli boschi della Sila, nelle spiagge selvagge della Costa Viola, nei villaggi sospesi del Reventino, nei calanchi lunari del Crotonese. Ma è una bellezza che chiede attenzione, che non si concede facilmente. “La Calabria è come una donna orgogliosa – ha detto una volta lo scrittore Carmine Abate – non la conquisti, è lei che decide se donarsi o no.”

C’è chi parla già di una contro-migrazione: il Sud che accoglie, che cura, che offre possibilità nuove a chi le cerca. È una dinamica ancora fragile, certo. Ma segna un cambiamento di paradigma. Il Sud non è più solo luogo da cui fuggire, ma luogo a cui tornare, o in cui iniziare.

Festival come quello di Celico, canali come quello di Natalino Stasi, le iniziative dell’Unical e la narrazione quotidiana di testate locali come LaC News24, stanno ricucendo il tessuto di un’identità viva, ferita ma resiliente. La Calabria – terra di emigrazioni, di solitudini, di orgogli silenziosi – torna protagonista.

E se Cronenberg davvero decidesse di trasferirsi qui, non sarebbe un’eccezione. Sarebbe solo l’ultimo segno di un incantesimo che lentamente sta facendo effetto.

“Non cercare ciò che è facile. Cerca ciò che è vero”, dice una scritta incisa su un muro a Rogliano. Forse è questo che molti hanno trovato in Calabria: una verità ruvida e luminosa, come la sua terra.

di Francesco Graziano