Un passo avanti nella lotta contro i tumori solidi arriva da uno studio condotto in Cina, che apre nuove possibilità per una delle terapie più innovative nel campo dell’oncologia: quella con cellule Car-T. Sebbene questa tecnica abbia già trasformato il trattamento di diverse neoplasie ematologiche, finora ha mostrato risultati limitati nei tumori solidi, notoriamente più complessi da trattare.
L’indagine clinica, i cui risultati sono stati pubblicati su The Lancet e riportati anche da Nature, è stata condotta presso l’ospedale oncologico dell’Università di Pechino e ha coinvolto pazienti affetti da tumore gastrico o gastro-esofageo avanzato. I risultati suggeriscono che, rispetto ai trattamenti convenzionali, la terapia Car-T può estendere la sopravvivenza media di circa 2,4 mesi.
Il principio della terapia Car-T consiste nel potenziare il sistema immunitario del paziente. I linfociti T vengono prelevati dal sangue, ingegnerizzati in laboratorio per riconoscere specifici bersagli presenti sulle cellule tumorali, e infine reinfusi nell’organismo. Questo processo permette al sistema immunitario di attaccare in modo mirato le cellule maligne, come farebbe contro un agente patogeno.
Nel caso specifico dello studio cinese, il team coordinato da Changsong Qi ha individuato una proteina presente in quantità elevate sulla superficie delle cellule di alcuni tumori gastrointestinali. I linfociti T sono stati quindi modificati per colpire questa molecola. Su un campione di pazienti, il 35% di coloro trattati con la terapia Car-T ha mostrato una risposta positiva, contro solo il 4% del gruppo che ha ricevuto cure standard. Inoltre, i pazienti trattati con Car-T hanno evidenziato una riduzione del 31% nel rischio di mortalità.
Tuttavia, la terapia non è priva di effetti collaterali. Circa il 99% dei pazienti ha sperimentato una risposta immunitaria intensa, un fenomeno previsto nei protocolli di questo tipo. Fortunatamente, tali reazioni tendono a risolversi in tempi relativamente brevi con l’assistenza medica appropriata.