Un’ondata di epatite A sta colpendo diversi Paesi dell’Europa centrale, con un incremento significativo dei contagi registrato nei primi mesi del 2025 in Austria, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia. A segnalarlo è il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che invita a non abbassare la guardia, soprattutto per le fasce di popolazione più a rischio.
Secondo quanto rilevato, i gruppi maggiormente colpiti dall’infezione sono le persone senza fissa dimora, i consumatori di droghe per via iniettiva e chi vive in condizioni igienico-sanitarie precarie. “Il rischio per le persone con più alta probabilità di essere esposte al virus (cioè le persone senzatetto, quelle che fanno uso di droghe per via invettiva e le persone che vivono in cattive condizioni igieniche) è valutato come elevato”, spiega l’Ecdc nel suo ultimo aggiornamento.
Nel dettaglio, in Austria, da gennaio a oggi, si contano 87 casi confermati e altri 44 in fase di accertamento, con Vienna che da sola rappresenta circa la metà delle diagnosi. In Repubblica Ceca, le infezioni hanno superato le 600 unità: preoccupante la quota di bambini colpiti, circa un quarto del totale ha meno di 9 anni. L’86% dei malati ha richiesto il ricovero ospedaliero e si registrano anche sei decessi.
Situazione simile in Ungheria, dove i casi registrati sono stati 641, con una forte concentrazione a Budapest e nelle aree limitrofe. In Slovacchia, dove la curva dei contagi è in crescita dal 2022, sono 880 le persone colpite; quasi la metà appartiene alla comunità Rom.
Nel suo rapporto, l’Ecdc precisa che, fuori dai gruppi più vulnerabili, il rischio per la popolazione generale nei Paesi interessati dai focolai è “classificato come moderato”. Mentre nel resto d’Europa, al momento, “il rischio per la popolazione generale è valutato da molto basso a basso”.