Indagini delicate a Milano, tra i dossier sulla vendita Mps, i processi Santanchè e il caso De Tommasi: la mappa dei procedimenti che agitano la Procura

Daniela Santanchè

Da mesi si attende la chiusura delle indagini sulla cessione del 15 per cento di Mps da parte del Ministero dell’Economia, una vendita avvenuta nel novembre 2023 che ha suscitato un notevole dibattito politico e che vede la Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, impegnata in un lavoro istruttorio ancora non concluso. È un fascicolo particolarmente sensibile, sia per l’impatto del collocamento sul mercato sia per i profili patrimoniali legati agli acquirenti. I magistrati stanno valutando tutti gli atti preliminari senza rilasciare indicazioni sul possibile esito.

Parallelamente, resta aperto il dossier più noto che coinvolge l’ex amministratrice e attuale ministra del Turismo, Daniela Santanchè, per fatti legati a bilanci e gestioni societarie. A quasi dieci mesi dalla richiesta di rinvio a giudizio per falso in bilancio, il processo rischia di avvicinarsi alla prescrizione. Un pericolo segnalato dagli stessi pubblici ministeri, Marina Gravina e Luigi Luzi, che nell’estate scorsa hanno evidenziato come la successione dei rinvii d’udienza stia comprimendo ulteriormente i tempi. Per questo reato, la prescrizione ordinaria maturerebbe nel 2029, con alcune annualità già estinte per gli esercizi 2016-2018.

Diverso il quadro del procedimento per truffa aggravata all’INPS, dove la prescrizione è sospesa fino almeno a febbraio 2026 in attesa della decisione della Corte costituzionale sul conflitto tra Senato e Procura relativo all’utilizzo di determinati atti. In condizioni ordinarie, la scadenza cadrebbe nella metà del 2027. Per i filoni collegati al crac Visibilia, invece, il rischio prescrizione dipende dalle date dei presunti fallimenti: per Ki Group e Bioera potrebbe maturare tra la fine del 2026 e il 2028, anche in questo caso condizionato dai rinvii e dal calendario fitto di udienze.

Accanto ai procedimenti economico-finanziari, un altro capitolo rilevante riguarda il fascicolo per presunta violenza sessuale a carico di Leonardo Apache La Russa e del suo amico Tommaso Gilardoni, archiviato nei mesi scorsi. La vicenda era iniziata con la denuncia di una giovane di 22 anni che riferiva un “black out” dopo una serata in discoteca e il ritrovamento il mattino seguente nel letto di uno dei due. Le analisi avevano rilevato tracce di Ghb in un capello della ragazza; tuttavia, il gip Rossana Mongiardo ha stabilito che non vi fossero elementi idonei a dimostrare che i due giovani si fossero resi conto dello stato di alterazione della ragazza o che avessero percepito un vizio del consenso. Resta aperta, invece, l’accusa di revenge porn, per la quale Gilardoni ha chiesto il giudizio abbreviato.

La Procura ha domandato una condanna a due anni per la diffusione senza consenso di un video privato girato nel maggio 2023. La proposta di risarcimento da 25 mila euro offerta come riparazione è stata ritenuta insufficiente dalla pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunta Letizia Mannella. La vittima l’ha respinta, definendola “non soddisfacente”. La decisione spetterà alla giudice Maria Beatrice Parati nella prossima udienza del 17 dicembre.

In parallelo, a Milano è stato definito anche il procedimento relativo al cosiddetto “caso Gintoneria”, in cui l’imprenditore Davide Lacerenza ha patteggiato 4 anni e 8 mesi per reati che vanno dalla prostituzione allo spaccio di stupefacenti, fino all’autoriciclaggio. Nel patteggiamento rientra anche la confisca di beni mobili ed effetti di lusso per un valore superiore ai 900 mila euro, destinati a risarcire lo Stato.
Ma il dossier più delicato sul piano istituzionale è quello legato all’agenzia Equalize, riconducibile all’ex amministratore di Fiera Milano Enrico Pazzali. Le inchieste della Procura riguardano presunti dossieraggi e accessi abusivi a comunicazioni, con un’attenzione particolare ai rapporti tra l’agenzia e alcuni dirigenti della Guardia di Finanza e della magistratura.

In questo contesto opera il pm Francesco De Tommasi, che sta gestendo anche un fascicolo parallelo sul presunto furto e manipolazione di chat intercorse tra l’architetto Stefano Boeri e la direttrice generale della Triennale, Carla Morogallo. Boeri ha denunciato l’estrazione non autorizzata e la possibile alterazione dei messaggi, circostanze sulle quali De Tommasi ha ascoltato l’archistar come persona offesa. A essere indagato, in questo ramo, è l’informatico Gabriele Edmondo Pegoraro, con ipotesi di accesso abusivo a sistemi informatici e interferenza illecita nelle comunicazioni.

La posizione di De Tommasi è inoltre oggetto di attenzione istituzionale. Il Consiglio giudiziario di Milano ha espresso un parere negativo sulla sua valutazione di professionalità, ritenendo mancante il “prerequisito dell’equilibrio” nella gestione dell’indagine sulle psicologhe del carcere e sull’avvocata Alessia Pontenani, legata al caso di Alessia Pifferi. Il voto è stato unanime tra i membri togati e gli avvocati del foro, una circostanza rara nei procedimenti di verifica delle carriere. Il fascicolo passerà ora al Csm, che avrà l’ultima parola sul giudizio.

L’immagine complessiva restituita da questa serie di procedimenti è quella di una Procura impegnata su fronti molteplici e complessi: reati economici, vicende a forte impatto politico, procedimenti in bilico tra prescrizioni e rinvii, inchieste che sfiorano istituzioni e figure pubbliche. Una fotografia che conferma la centralità di Milano nella mappa giudiziaria italiana, in un momento in cui il numero e la rilevanza dei fascicoli impongono scelte rapide, attenzione ai termini e massima trasparenza procedurale.