Il sistema agroalimentare mondiale rischia un duro colpo nei prossimi 25 anni: secondo le proiezioni, la produzione agricola potrebbe ridursi fino al 35% entro il 2050. A lanciare l’allarme è uno studio della Boston Consulting Group, realizzato in collaborazione con Quantis, che fotografa una filiera sempre più vulnerabile.
Il peso del cambiamento climatico, dei conflitti e della scarsa diversificazione
Gli effetti congiunti di eventi climatici estremi, tensioni geopolitiche e un’agricoltura concentrata su poche colture mettono a rischio la sicurezza alimentare globale. Lo studio sottolinea come il 65% della produzione agricola e il 70% dell’apporto calorico mondiale provengano da appena 15 colture principali, coltivate in un numero ristretto di Paesi. Una concentrazione che rende l’intero sistema fragile e suscettibile a ogni crisi.
Tra i casi più preoccupanti c’è quello del riso, alimento fondamentale per miliardi di persone: entro il 2050 si prevede un calo della produzione globale del 9%, con perdite ben più gravi nei cinque principali Paesi produttori. In particolare, India, Bangladesh e Indonesia, responsabili del 40% della produzione mondiale, potrebbero registrare contrazioni comprese tra il 12% e il 18%. Conseguenze dirette anche sull’economia: per milioni di piccoli agricoltori, i margini potrebbero crollare tra il 30% e il 40%, con effetti gravi sul PIL di intere nazioni.
Le contromisure: diversificare, rigenerare, innovare
Ma il destino non è segnato. Il rapporto propone una roadmap per rafforzare la resilienza delle filiere agroalimentari, puntando su una serie di interventi strategici. Tra questi: Innovazione genetica, per rendere le colture più resistenti agli stress climatici; Diversificazione colturale, per ridurre la dipendenza da poche varietà; Agricoltura rigenerativa, che protegge il suolo, l’acqua e la biodiversità; Tecnologie post-raccolta, in grado di contenere gli sprechi lungo la filiera.
Un ruolo chiave sarà giocato anche da nuove forme di finanziamento, capaci di sostenere gli agricoltori nell’adottare tecniche più sostenibili senza esporsi a rischi eccessivi. Fondamentale infine costruire alleanze stabili tra aziende e fornitori, per rafforzare la tracciabilità e la sostenibilità del sistema agroalimentare globale.