Nel confronto organizzato dal Corriere Adriatico, il presidente uscente e il candidato del centrosinistra si sfidano su sanità, economia e turismo. Tra repliche affilate e frecciate su Banca Marche e Norcia, la campagna entra nel vivo
Un’ora di confronto serrato, sette temi caldi, due visioni contrapposte e un auditorium gremito: il faccia a faccia tra Francesco Acquaroli e Matteo Ricci, organizzato dal Corriere Adriatico ad Ancona, ha rappresentato uno dei momenti più accesi della campagna per le Regionali nelle Marche. In gioco non solo il futuro della Regione, ma la narrazione su cinque anni di governo e sull’eredità lasciata dalle amministrazioni precedenti.
A moderare il dibattito, il direttore Giancarlo Laurenzi, con le domande incalzanti della redazione del quotidiano. L’atmosfera? Frizzante. I toni? Da scontro elettorale pieno.
Regionali Marche: infrastrutture, accuse incrociate
Il primo terreno di scontro è stato quello delle infrastrutture. Acquaroli ha rivendicato lo sblocco di numerose opere ferme, sottolineando un cambio di passo rispetto al passato: “Abbiamo ereditato situazioni bloccate da anni e finalmente si riparte”.
Ricci ribatte con numeri e stoccate: “Cinque anni, nessuna opera inaugurata. I fondi erano già stanziati in precedenza. Non avete portato un euro in più”.
Sanità “peggiorata” o “ricostruita”?
La sanità, tema tra i più sensibili per l’elettorato, accende gli animi. Ricci attacca: “In cinque anni è peggiorata. I cittadini se ne accorgono ogni giorno, tra liste d’attesa e disservizi”.
Acquaroli replica puntando il dito contro il centrosinistra: “La sanità era stata smantellata, stiamo ricostruendo i servizi sul territorio. Le prestazioni sono in aumento”. Una difesa netta, che però non basta a disinnescare la tensione.
Regionali Marche, le polemiche: Spacca, Banca Marche e Norcia
A scaldare il clima è Ricci che tira in ballo Gian Mario Spacca, ex presidente regionale oggi tra i sostenitori di Acquaroli (con la lista Base Popolare), e la vicenda del mancato salvataggio di Banca Marche, oltre a un presunto finanziamento pubblico per la candidatura di Norcia (idea di Spacca) a Capitale europea della Cultura.
Acquaroli contrattacca: “Dare soldi in cambio di consenso politico è un reato. E io non commetto reati”. Il messaggio è chiaro: prendere le distanze, ma anche respingere l’accusa al mittente.
Turismo e strategia “Let’s Marche”
Capitolo turismo: Ricci definisce la strategia “Let’s Marche” “incomprensibile” e “uno spreco di risorse”. Per lui, “soldi buttati”. Acquaroli si difende con i numeri: “Abbiamo avuto 1,3 milioni di presenze in più rispetto al 2019. C’è stata una chiara discontinuità rispetto al passato”. E sulla nuova Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione promette: “Da potenziare, non un ritorno alla burocrazia”.
Economia, imprese e Zes
Per Ricci, le Marche sono “una regione ferma, che ha bisogno di rilancio vero”. Acquaroli la vede in tutt’altra ottica: “Abbiamo invertito la tendenza. La Regione era in transizione, ora vediamo migliorare gli indicatori”.
Termovalorizzatore e rifiuti
Scontro anche sul termovalorizzatore: Ricci non lo esclude in linea di principio, ma “non è adatto alle Marche”. Lo definisce “uno specchietto per le allodole”. Acquaroli è netto: “Ce lo impone l’Europa. Non possiamo restare indietro”.
Regionali Marche, scintille e strategie
Il confronto si è svolto dentro i confini della correttezza istituzionale, ma con toni sempre più tesi. Ricci ha cercato di tenere Acquaroli sulla difensiva, incalzandolo su ogni punto: “Ma una responsabilità ve la prendete o date sempre la colpa agli altri?”.
Il presidente uscente, dal canto suo, ha scelto il tono del riformatore in continuità, sottolineando di aver preso in mano una Regione “in difficoltà” e di aver gettato le basi per una ripresa che “va consolidata con altri cinque anni di lavoro”.
Il dibattito ad Ancona è il termometro di una campagna elettorale ormai entrata nel vivo, dove i temi concreti si intrecciano con una narrazione simbolica: da una parte, il candidato che promette “più ambizione”; dall’altra, il presidente che rivendica “la concretezza delle riforme avviate”.Il giudizio finale, come sempre, spetta agli elettori. Ma lo scontro Acquaroli-Ricci è ormai una sfida aperta, dove ogni voto conterà. E ogni frase, anche in un confronto pubblico, può fare la differenza.