In un paese, l’Afghanistan, che continua a fare i conti con quarant’anni di crisi e conflitti e che vede più della metà della popolazione aver bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere, il tempo sembra essersi fermato, in alcuni contesti persino non essere mai esistito.
La fotografa Cinzia Canneri, quest’anno unica vincitrice italiana del World Press Photo, ha visitato il Sud dell’Afghanistan insieme all’organizzazione umanitaria INTERSOS, catturando la vita quotidiana delle donne che vivono nelle regioni di Zabul e Uruzgan, in case di terra e fango, tra le montagne completamente isolate dal mondo quando nevica.

Vite senza tempo, le donne fotografate da Cinzia Canneri
Donne che non conoscono la loro età e non hanno percezione del futuro. Donne per le quali il tempo è scandito da giornate sempre uguali e che hanno come unico obiettivo la sopravvivenza dei figli. Nelle foto di Canneri c’è però anche tanta resilienza. Ci sono volti stanchi ma anche sorrisi. Pelle invecchiata precocemente ma anche occhi luminosi. Nelle sue immagini c’è il tempo cristallizzato ma anche tanta forza: quella delle donne che lavorano per le donne. C’è la determinazione e la resilienza delle operatrici umanitarie afgane che si prendono cura delle altre donne.
Vite senza tempo, l’inaugurazione a Roma
La mostra fotografica Vite senza tempo, realizzata con il sostegno dell’Unione Europea e con il patrocinio del Comune di Roma, verrà inaugurata a Roma, in piazza Testaccio, mercoledì 28 maggio alle 17.30. Insieme alla fotografa, Cinzia Canneri e ai rappresentanti di INTERSOS, sarà presente l’assessora alla Cultura del I Municipio, Giulia Silvia Ghia.
«Attraverso queste foto abbiamo l’occasione di parlare di una crisi umanitaria dimenticata, quella dell’Afghanistan, a cui siamo molto legati e per la quale ormai da più di vent’anni ci impegniamo con convinzione», afferma Andrea Dominici, direttore regionale di INTERSOS. «È significativa – aggiunge – in particolare questa luce sulla vita delle donne afgane accesa in uno spazio pubblico, come quello di piazza Testaccio a Roma, dove ci auguriamo che in tanti possano fermarsi a riflettere su queste vite invisibili».
«Portare queste immagini nel cuore di piazza Testaccio significa dare voce a chi rischia di restare invisibile. Le fotografie di Cinzia Canneri raccontano, con delicatezza e potenza, la forza silenziosa delle donne afghane», sottolinea anche l’assessora alla Cultura del Municipio I Roma Centro, Giulia Silvia Ghia. «Come Municipio I, siamo orgogliosi di sostenere un progetto che unisce arte, memoria e impegno civile, invitando chi passa a fermarsi, a guardare, a riflettere».