Sono 200 i giovani militari in divisa che partecipano al Giubileo dei Giovani che prende il via oggi (fino al 3 agosto), a Roma. Tra di essi sono presenti anche gli allievi cappellani. Di questo contingente fanno parte anche “diversi militari che, dopo aver percorso una parte del cammino di Santiago, sono giunti a Roma guidati dai loro cappellani, ex allievi del nostro seminario e segno della continuità formativa e spirituale che caratterizza il nostro servizio. Ci sono poi i militari della scuola Teulié di Milano e della scuola Morosini di Venezia”.
Dopo aver vissuto il Giubileo dei Seminaristi (23 e 24 giugno) adesso si ritroveranno, “in quanto giovani”, in mezzo a centinaia di migliaia di loro coetanei. Don Rino De Paola, è cappellano militare e, da 11 anni, vicerettore della scuola allievi cappellani militari, che si trova all’interno della città militare della. Cecchignola dove, spiega al Sir, operano diverse scuole dell’Esercito.
“La nostra presenza è una testimonianza di Chiesa all’interno del mondo militare, una forma concreta di evangelizzazione”. Don Rino ci tiene a sottolineare che, dati alla mano riportati dai media, “i giovani militari al Giubileo salgono a 10mila se si considerano quelli impiegati nel settore della sicurezza”. Perché è di giovani che si tratta, rivela il vicerettore: “È significativo che il ministero della Difesa abbia scelto di concentrare a Roma, proprio in questo anno giubilare, molti giovani in addestramento, prima della loro destinazione definitiva”. “I giovani militari sono tra i primi volti che i pellegrini in arrivo incontrano: negli aeroporti, alle stazioni, nei punti nevralgici. Accolgono, accompagnano, garantiscono la sicurezza. Così possiamo dire che la Chiesa Ordinariato militare è sempre presente al Giubileo”.
Il programma. I 200 militari seguiranno il programma ufficiale degli eventi, dalla messa di accoglienza del 29 luglio alla messa finale del 3 agosto a Tor Vergata celebrata da Papa Leone XIV, passando per la giornata penitenziale del 1° agosto, al Circo Massimo, e per la veglia del 2 agosto, sempre a Tor Vergata con il Pontefice. Inoltre, è prevista la loro partecipazione (30 luglio mattina) alla catechesi tenuta dall’Ordinario militare, mons. Gianfranco Saba, presso la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. La catechesi, dal tema “La ragione della nostra speranza”, è inserita nel quadro del programma promosso dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile. “Condivideremo questo momento anche con una delegazione di circa 30 allievi finanzieri della scuola di Gaeta, insieme a un gruppo del nucleo navale. Il cappellano della scuola di Gaeta è un nostro ex alunno”.
Una lunga preparazione. A questo importante appuntamento giubilare i giovani militari arrivano dopo una lunga e intensa preparazione. “Due sono stati i momenti fondamentali – ricorda don Rino -. Il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza (8 e 9 febbraio) e la partecipazione, come ogni anno, al pellegrinaggio militare internazionale a Lourdes del maggio scorso. Nel santuario mariano siamo stati accompagnati dal vescovo mons. Saba, abbiamo vissuto con 3.700 giovani italiani questa esperienza unica, che ha visto la partecipazione di oltre 14.000 militari da tutto il mondo. È stato un evento di fraternità, fede e preghiera. Uno dei momenti centrali è stato il ‘Festival dei giovani’, realizzato in sinergia con la comunità Nuovi Orizzonti di Chiara Amirante, con testimonianze forti e coinvolgenti”. “Ogni anno a Lourdes, 80 cappellani militari confessano per ore migliaia di giovani – ricorda il vicerettore –. È un’immagine viva e concreta della nostra pastorale giovanile, che caratterizza profondamente la Chiesa militare. I nostri giovani non sono semplici destinatari: diventano essi stessi promotori della partecipazione per l’anno successivo. È un segno potente di fede e di appartenenza”.
Al passo di Maria. “Mi piace pensare che non si possa vivere pienamente il Giubileo senza il contributo di questi giovani militari – conclude don Rino –. La loro presenza silenziosa, discreta, ma essenziale, garantisce la serenità e la sicurezza di tutti. È un’accoglienza che si fonda su professionalità e disponibilità umana. Potrei dire, con un’espressione del linguaggio militare, che è Maria a ‘segnare il passo’ del nostro cammino: la sua presenza ci guida e ci conduce tutti a Cristo, nostra vera speranza”.
Intervista curata dal giornalista Daniele Rocchi