Giubileo dei giovani, un milione di ragazzi a Tor Vergata per Leone XIV: “Cercate la giustizia per costruire un mondo più umano”

Tor Vergata si è trasformata in un oceano di bandiere, canti e emozioni. Il sole stava calando quando, alle 19.25, l’elicottero bianco con a bordo Papa Leone XIV è apparso all’orizzonte. Sorvolando la spianata sterminata, ha mostrato dall’alto quella che molti hanno già definito una città della speranza: un milione di ragazzi provenienti da 146 Paesi, pronti a vivere la giornata clou del Giubileo dei Giovani.

L’atterraggio è stato un momento da brividi. Il vento delle pale ha fatto vibrare gli striscioni, sollevato polvere e scatenato un boato di gioia. Sulla pista lo attendevano il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il ministro dello Sport Andrea Abodi e il rettore dell’università di Tor Vergata, Nathan Levialdi Ghiron. Poi la papamobile ha iniziato il lento giro tra i viali allestiti per l’occasione. Dai lati, mani protese, volti commossi, lacrime e sorrisi. «Leo, Leo!» hanno urlato migliaia di giovani, cercando un contatto con il Pontefice, quasi sperando di toccargli la mano.

Sul palco, alle 20.30, Leone XIV ha aperto la veglia con parole che hanno tagliato il silenzio della spianata: «Cercate la giustizia per costruire un mondo migliore, più umano», ha detto, invitando i ragazzi a non temere l’impegno e la responsabilità.

Poi è arrivata la prima domanda, da una ventenne messicana: «Come riconoscere un’amicizia e un amore puro?». Il Papa ha sorriso, puntando lo sguardo sulla folla illuminata dalle torce e dai cellulari: «Saper vedere Gesù negli altri. L’amicizia può cambiare il mondo, può essere la strada per la pace».

La veglia è proseguita con un dialogo serrato. Parlando di verità e menzogna, Leone XIV ha ammonito: «Cercando con passione la verità, noi non solo riceviamo una cultura, ma la trasformiamo attraverso scelte di vita. La verità è un legame che unisce le parole alle cose, i nomi ai volti. La menzogna, invece, stacca questi aspetti, generando confusione ed equivoco».

Non poteva mancare un riferimento al mondo digitale: «Internet e i media sono diventati una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, oltre che di accesso all’informazione e alla conoscenza», ha spiegato il Papa, citando Bergoglio.

«Questi strumenti – ha aggiunto – risultano però ambigui quando sono dominati da logiche commerciali e da interessi che spezzano le nostre relazioni in mille intermittenze. Se le scelte dipendono dal consumo, allora le nostre relazioni diventano confuse, sospese o instabili. Quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa uno strumento: sì, strumento di mercato, merce a sua volta. Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita buona».

Infine, l’affondo più attuale: «Come sapete, oggi ci sono gli algoritmi che ci dicono che cosa dobbiamo fare, che cosa dobbiamo pensare», ha detto il Pontefice, invitando i ragazzi a restare liberi e critici.

La serata ha avuto anche momenti di grande commozione. Leone XIV ha chiesto preghiere «per Maria, una ragazza spagnola, e Pascale, una ragazza egiziana», entrambe decedute durante il Giubileo, e «per Ignazio Goncalves, un ragazzo spagnolo di 14 anni, ricoverato al Bambino Gesù». La folla, fino a quel momento in festa, si è raccolta in un silenzio intenso. Migliaia di giovani hanno abbassato le bandiere, qualcuno si è inginocchiato nella polvere, altri hanno stretto il rosario tra le mani.

La lettura del Vangelo di Luca ha preceduto il momento più sacro: la preghiera in ginocchio. La spianata, fino ad allora una distesa di suoni e luci, si è trasformata in una cattedrale a cielo aperto. Dai microfoni, a turno, ragazzi di ogni continente hanno letto le loro invocazioni.

La musica ha riportato la luce nella notte. Il trio de Il Volo ha intonato il Magnificat davanti al Pontefice e alla folla.
«Grazie, per accompagnarci!», ha detto Leone XIV, visibilmente emozionato, prima della benedizione finale. Poi l’ultimo invito della serata: «Riposatevi un po’, appuntamento domani con la Santa Messa. Buonanotte!».

Ma saranno in pochi, tra quel milione di giovani, a riuscire davvero a dormire. L’adrenalina di una giornata così intensa, l’emozione di aver visto da vicino il Papa e la forza della preghiera collettiva terranno svegli migliaia di cuori. Stamattina, alle 9.30, Leone XIV celebrerà la Santa Messa. E c’è da scommetterlo: molti non lasceranno i loro posti, decisi a vivere fino all’ultimo istante un Giubileo dei Giovani che resterà nella memoria della Chiesa come una delle più grandi feste di fede del nostro tempo, voluto da Francesco e portato avanti dal suo successore.