Iniziato il ministero episcopale del nuovo Ordinario militare

Gian Franco Saba

Dopo il saluto all’arcidiocesi di Sassari lo scorso 25 maggio, coinciso “provvidenzialmente” con la festa del Voto della Madonna delle Grazie (risalente al 1943 per ringraziare del fatto che la città sarda venne risparmiata dai bombardamenti) e con la terza giornata della pace, istituita proprio in quella chiesa particolare da mons. Gian Franco Saba, lo stesso pastore nuovo Ordinario militare per l’Italia, nella vigilia della solennità della Visitazione della Beata Vergine Maria, ha dato ufficialmente inizio al suo ministero episcopale a servizio della diocesi castrense.

Una solenne concelebrazione eucaristica ha avuto luogo nella Basilica dei Santi XII Apostoli in Roma, a pochi passi dalla sede dell’Ordinariato. All’arrivo il presule è stato ricevuto all’ingresso della chiesa dal vicario generale militare, mons. Sergio Siddi, dai vicari episcopali, e dal presidente dell’associazione nazionale cappellani militari mons. Vittorio Pignoloni. Dopo aver baciato il crocifisso, ha attraversato la navata centrale tra la folla di fedeli e militari. Nutrita pure la rappresentanza giunta dalla Sardegna, con il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia.

Presenti il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rappresentanti istituzionali e delle diverse Forze Armate, oltre a quelli delle associazioni che fanno capo all’Ordinariato. Hanno concelebrato sei vescovi, 120 cappellani militari e altri sacerdoti diocesani. Questi i vescovi: S.E. Mons. Petar Rajic (Nunzio Apostolico in Italia e Repubblica di San Marino), S.E. Mons. Nunzio Galantino (già Segretario generale della CEI e Presidente dell’APSA), S.E. Mons. Enrico Dal Covolo (già Rettore della Lateranense); S.E. Mons. Alfonso Amarante (Rettore della Lateranense), S.E. Mons. Vincenzo Manzella (vescovo emerito di Cefalù), S.E. Mons. Ignazio Sanna (arcivescovo emerito di Oristano).

Il saluto della comunità diocesana è stato porto da mons. Siddi: “la invitiamo a indossare – ha detto – gli anfibi, certamente calzari più idonei per il lungo viaggio che la missione affidatagli dal Papa la condurrà fino agli estremi confini, dove, le Forze Armate Italiane con i cappellani collaborano al progetto internazionale di salvaguardia, rispetto, giustizia e pace”.

A seguire, il Nunzio Petar Rajic ha introdotto la celebrazione, portando il saluto del Santo Padre e augurando un proficuo apostolato al nuovo Ordinario che subentra – ha ricordato – a mons. Santo Marcianò il quale per dodici anni ha guidato questa chiesa. Ha altresì evidenziato la peculiarità della diocesi che ha fedeli in Italia e all’estero, bisognosi della sollecitudine del loro vescovo. E sempre il nunzio, dopo la lettura della bolla pontificia (ndr, una delle ultime nomine di Papa Francesco) da parte del cancelliere don Giancarlo Caria, ha consegnato il pastorale all’Ordinario militare che si è quindi recato alla sede presidenziale.

Successivamente i cappellani militari, le religiose, un seminarista, le autorità militari in rappresentanza delle Forza Armate e del Corpo della Guardia di Finanza, una rappresentante del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, ed una dell’Associazione PASFA si sono portati presso l’arcivescovo per la manifestazione di obbedienza e riverenza. La liturgia è stata animata dal coro diretto dal M° don Michele Loda, cappellano militare, e curata dai seminaristi del Seminario dell’Ordinariato, “Giovanni XXIII”.

“Mentre inizio insieme con voi il ministero episcopale nell’Ordinariato Militare per l’Italia – ha detto Saba nell’omelia dall’impronta fortemente mariana – desidero sottolineare la vocazione missionaria della Chiesa, tratteggiata nel mistero dell’incontro tra Maria ed Elisabetta. Proporrei a tutti noi l’invito ad affinare le seguenti caratteristiche: coltivare l’ascolto accogliente, sull’esempio di Maria; lasciarci guidare da quel movimento di risurrezione che lo Spirito Santo genera nel cuore del credente; promuovere una missione che susciti nell’interlocutore esultanza, lode e consolazione”.

Per la nuova guida della diocesi militare “la Chiesa, sospinta dalla voce dello Spirito, è chiamata a portare, nell’incontro con il mondo, l’annuncio del Verbo di Dio fatto carne. È un annuncio di presenza che apre la casa comune dell’umanità alla gioia, alla speranza, a relazioni miti e pacifiche, l’Evangelii Gaudium”. “La Chiesa dell’Ordinariato Militare – ha aggiunto – trova in Maria un paradigma di riferimento quanto mai attuale, per far giungere a tutti lo stile della vicinanza di Dio, il quale mostra che siamo Fratelli tutti”.

Poi ha ribadito, ampliando gli orizzonti del suo programma apostolico, l’importanza della consapevolezza di essere “chiamati a saper dialogare con le culture, con le religioni, con gli spazi di laicità, non in modo astratto ma lavorando insieme per testimoniare che Dio, in Cristo, benedice ogni creatura”. “Maria dalla piccola casa di Galilea – ha concluso – intraprende un cammino verso una città di Giuda; ambienti apparentemente contrapposti e tra loro non sempre pacificati, divengono il grembo per un’umanità rinnovata. Vedo in questa immagine gli elementi per una Chiesa che genera un nuovo umanesimo dell’incontro, una Chiesa che contribuisce per favorire l’interdipendenza tra i popoli, il rispetto, la collaborazione e la concertazione per promuovere la pace”. Alla fine della celebrazione un ufficiale dell’Esercito ha recitato la preghiera per la Patria.