Dopo dieci anni di lavori, è stato completato il restauro integrale della Sala di Costantino, la più grande tra le Stanze di Raffaello nei Musei Vaticani. Il progetto, iniziato nel 2015 e concluso nel dicembre 2024, è stato presentato in occasione dell’Anno Giubilare.
Decorata tra il 1520 e il 1590, la sala riflette l’evoluzione della pittura a Roma nel XVI secolo. Alle due figure a olio di Raffaello – Comitas e Iustitia – si affiancano gli affreschi monumentali eseguiti dalla sua bottega (Giulio Romano e Giovan Francesco Penni), seguiti dagli interventi di Sebastiano del Piombo e infine da Tommaso Laureti, autore del soffitto con il Trionfo del cristianesimo sul paganesimo.
“Oggi celebriamo non solo un traguardo di conservazione, ma anche una nuova possibilità di lettura critica e visiva di uno dei luoghi simbolo della pittura rinascimentale. La Sala di Costantino torna a essere un atlante figurativo di rara potenza narrativa e simbolica” ha affermato la Direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, presentando il restauro della Sala di Costantino insieme a Fabrizio Biferali, Curatore del Reparto per l’Arte dei secoli XV-XVI, Fabio Piacentini e Francesca Persegati del Laboratorio di Restauro Dipinti e Materiali Lignei, e Fabio Morresi, Responsabile del Gabinetto di Ricerche Scientifiche.
Il restauro ha recuperato la leggibilità delle complesse iconografie e restituito luce e profondità all’intero apparato decorativo. “Il pieno recupero delle iconografie della Sala di Costantino, dalle pareti alla volta, – ha spiegato Fabrizio Biferali – consente oggi di poter meglio visualizzare in essa i passaggi storici che hanno caratterizzato la Chiesa di Roma nel Cinquecento: dai primi decenni, dominati dai due gloriosi papati medicei di Leone X e Clemente VII, ai decenni centrali di Paolo III Farnese e Paolo IV Carafa, segnati dalle novità del Concilio di Trento e della riforma della curia, fino al tramonto del secolo con i papati controriformistici di Gregorio XIII Boncompagni e Sisto V Peretti, durante i quali la decorazione fu completata”.
Secondo il restauratore Fabio Piacentini, “Il restauro è stato come sollevare un velo secolare: dietro la patina del tempo, ogni dettaglio ha ritrovato luce, profondità e significato. Raffaello, la sua bottega, Laureti: tutti di nuovo in dialogo visivo, dopo secoli di silenzio”.
Fondamentale l’apporto tecnologico del Gabinetto di Ricerche Scientifiche, diretto da Fabio Morresi, che ha condotto analisi avanzate e creato un modello 3D dell’intera sala. “Le tecnologie ci hanno permesso di penetrare gli strati del tempo e restituire voce alla materia pittorica, evidenziando anche differenze esecutive significative che raccontano la complessità del cantiere rinascimentale”, ha osservato Morresi.