Israele riapre il valico di Rafah per transito aiuti umanitari

Gaza

Israele autorizzerà oggi la riapertura del valico di Rafah, al confine tra Egitto e Striscia di Gaza, per consentire il transito degli aiuti umanitari. A riferirlo è l’emittente pubblica israeliana Kan, secondo cui la decisione è stata presa in coordinamento con le autorità egiziane e le organizzazioni internazionali.

Con la riapertura del valico, “600 camion di aiuti umanitari saranno consegnati (oggi) alla Striscia di Gaza dalle Nazioni Unite, dalle organizzazioni internazionali autorizzate, dal settore privato e dai paesi donatori”, riporta Kan sul proprio sito web, senza citare le fonti.

La restituzione dei corpi degli ostaggi

Durante la notte, Hamas ha restituito quattro corpi a Israele, ma uno di essi non appartiene a un ostaggio, secondo quanto riportato da Ynet. L’Istituto di Medicina Legale Abu Kabir ha confermato che solo tre dei corpi appartengono a israeliani rapiti durante l’attacco del 7 ottobre 2023: si tratta di Eitan Levy, Tamir Nimrodi e Uriel Baruch. Il quarto corpo, inizialmente ritenuto quello di un altro ostaggio, non sarebbe israeliano. Non sono stati forniti ulteriori dettagli sull’identità né sulle circostanze del trasferimento.

Revocate le sanzioni annunciate

Il governo israeliano ha deciso di revocare le sanzioni che sarebbero dovute entrare in vigore oggi e che prevedevano la chiusura del valico di Rafah e la limitazione degli aiuti umanitari. Lo ha reso noto ancora una volta Kan.

Le misure erano state introdotte dopo che Hamas aveva consegnato soltanto quattro dei 28 corpi di ostaggi uccisi. Tuttavia, la decisione è stata annullata in seguito alla restituzione di altri quattro corpi da parte di Hamas nella serata di ieri. Il processo di identificazione, fanno sapere fonti israeliane, potrebbe richiedere fino a due giorni.

Secondo quanto riferisce il Times of Israel, citando “un diplomatico mediorientale”, Hamas ha informato i mediatori che mercoledì trasferirà in Israele altri quattro corpi di ostaggi deceduti. Con questi nuovi trasferimenti, il numero totale dei corpi restituiti salirebbe a dodici, mentre altri sedici resterebbero ancora nella Striscia di Gaza.

Hamas ha dichiarato di aver bisogno di tempo per recuperare tutti i corpi, poiché alcuni si troverebbero sotto le macerie di edifici e tunnel distrutti dai bombardamenti israeliani, mentre altri si troverebbero in zone ancora controllate dalle forze israeliane (IDF).

Le difficoltà nel recupero

Il negoziatore israeliano per i prigionieri di guerra, Gershon Baskin, ha spiegato che le difficoltà nel restituire i corpi sono dovute anche alla morte di diversi comandanti di Hamas che ne conoscevano l’ubicazione e alla devastazione della Striscia di Gaza.
“Ho portato la questione all’attenzione dell’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff e gli ho detto che sarebbe stato un problema. Gli israeliani stanno già urlando che Hamas sta violando l’accordo. Witkoff mi ha detto: ‘Non permetteremo che ciò accada’”, ha dichiarato Baskin alla CBS News, citato da Al Jazeera.