Ostaggi, la Croce Rossa riceve tre salme da Gaza. A Tel Aviv 80mila persone ricordano Rabin: “La pace resta l’unica via”

La Croce Rossa internazionale ha preso in consegna le salme di tre ostaggi israeliani provenienti da Gaza, nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco attualmente in corso tra Israele e Hamas. Lo ha reso noto l’esercito israeliano (Idf), precisando che “secondo le informazioni fornite dalla Croce Rossa, tre bare di ostaggi deceduti sono state trasferite alla loro custodia e sono in viaggio verso le truppe israeliane nella Striscia di Gaza”. Secondo fonti locali, i corpi sarebbero stati rinvenuti da Hamas all’interno di tunnel nella regione meridionale della Striscia. La milizia islamista aveva annunciato nel pomeriggio che avrebbe restituito i resti entro le 19, ora italiana.

Ostaggi, un passo dentro la tregua

La riconsegna dei tre ostaggi deceduti rappresenta uno dei passaggi più delicati nel fragile processo di cessate il fuoco negoziato nelle ultime ore. Le autorità israeliane confermano che la Croce Rossa sta operando con il coordinamento diretto delle Forze di difesa israeliane per garantire il trasferimento sicuro dei corpi.

Nonostante la sospensione temporanea delle ostilità, la situazione nella Striscia resta tesa. I negoziati per un rilascio più ampio degli ostaggi ancora in mano ad Hamas procedono con lentezza, mentre cresce la pressione interna in Israele affinché il governo intensifichi gli sforzi diplomatici.

Tel Aviv ricorda Rabin 30 anni dopo

Mentre da Gaza arrivano notizie di lutto e restituzioni, a Tel Aviv si svolge una delle manifestazioni più partecipate degli ultimi anni. Oltre 80 mila persone si sono radunate nella piazza che porta il nome di Yitzhak Rabin per ricordare i 30 anni dall’assassinio dell’ex premier israeliano, ucciso nel 1995 da un estremista di destra.

Cartelli, bandiere e slogan invocano la pace: “Rabin aveva ragione”, si legge tra la folla. La cerimonia si è aperta con un filmato dello stesso Rabin che parlava di “un’opportunità per la pace” e si è chiusa con una commossa “Canzone per la pace”, la stessa intonata dal premier pochi istanti prima di essere colpito a morte.

Lapid: “Difendiamo l’idea di pace, non l’odio”

Sul palco, il leader dell’opposizione Yair Lapid ha ammonito che “le forze di estrema destra stanno distorcendo l’idea stessa di ebraismo, trasformandolo in odio e violenza”.
Lapid ha poi ricordato che “è nostro compito mantenere viva la sua idea”. Le sue parole hanno acceso l’applauso della folla, unita nel chiedere non solo la pace ma anche un’inchiesta sull’attacco del 7 ottobre 2023 e un impegno concreto per la liberazione degli ostaggi ancora prigionieri a Gaza.