Strage a Gaza: almeno 73 morti in un solo giorno, 33 uccisi mentre cercavano aiuti umanitari

I palestinesi trasportano il corpo di un bambino che ha perso la vita all’ospedale di Al-Awda

Una nuova giornata di sangue nella Striscia di Gaza: secondo quanto riportato da Al Jazeera, almeno 73 persone sono state uccise dalle forze israeliane dall’alba di oggi, 3 luglio. Tra le vittime, 33 civili sono morti mentre si recavano presso i centri di assistenza della Gaza Humanitarian Foundation (GHF) in cerca di cibo e aiuti di prima necessità, un gesto disperato che si è trasformato in tragedia.

Fonti mediche locali riferiscono che 13 persone hanno perso la vita in un attacco aereo israeliano che ha colpito una tenda ad al-Mawasi, nel sud della Striscia, un’area teoricamente designata come “zona sicura”. Un altro bombardamento ha colpito la scuola Mostafa Hafez, a ovest di Gaza City, dove erano ospitati centinaia di sfollati: almeno 12 persone sono morte e numerose altre sono rimaste ferite.

Secondo le autorità sanitarie di Gaza, controllate da Hamas, oltre 300 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime 48 ore in varie operazioni militari condotte dall’IDF (Forze di Difesa Israeliane), in un’escalation che non accenna a fermarsi.

Il fragile spiraglio del negoziato

Nel frattempo, una nuova proposta di cessate il fuoco è al centro dei negoziati in corso tra le parti, mediati da attori regionali e internazionali. Secondo quanto riportato dal canale saudita Asharq News, Hamas avrebbe accolto con favore la struttura generale della proposta, definendola un passo nella giusta direzione. Tuttavia, permangono forti perplessità: il movimento islamista contesta soprattutto l’ambiguità sui tempi e le modalità del ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza e la mancanza di garanzie concrete per l’ingresso regolare di aiuti umanitari.

Fonti interne al gruppo, citate da Haaretz e dal Times of Israel, sottolineano che Hamas intende trattare il documento “con responsabilità”, pur ribadendo che gli interessi del popolo palestinese devono essere tutelati in ogni fase del processo. La risposta ufficiale del gruppo alla proposta di tregua è attesa entro domani sera.

Gaza

Silenzio sugli ostaggi

Un altro punto cruciale del possibile accordo riguarda il rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza. Secondo quanto riferito dal New York Times, Hamas ha accettato — nel quadro dell’intesa in discussione — di non tenere cerimonie pubbliche durante la liberazione degli ostaggi. La misura sarebbe stata richiesta da Israele per ridurre l’impatto mediatico e la tensione politica interna.

Un conflitto senza tregua

Mentre le diplomazie lavorano per un accordo che possa portare a una sospensione delle ostilità, la realtà quotidiana nella Striscia resta drammatica. Con la popolazione stremata, le infrastrutture distrutte, gli ospedali al collasso e una crisi umanitaria senza precedenti, le vittime civili continuano ad aumentare. Le immagini che arrivano da Gaza mostrano famiglie intere in lutto, bambini senza rifugio, e convogli umanitari bloccati o bombardati.

La comunità internazionale, pur lanciando appelli al cessate il fuoco, non è ancora riuscita a imporre una soluzione concreta e immediata. Intanto, il prezzo più alto lo continua a pagare la popolazione civile, intrappolata in un conflitto che non lascia vie di fuga.