Le tensioni nel Medio Oriente si intensificano. L’Iran ha annunciato la possibilità di chiudere lo Stretto di Hormuz alla navigazione, come risposta all’azione militare in corso da parte di Israele. A dichiararlo è stato Behnam Saeedi, membro del Comitato per la sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, in un’intervista all’agenzia di stampa Mehr.
“L’Iran ha numerose opzioni per rispondere ai suoi nemici e utilizza tali opzioni in base alla situazione”, ha affermato Saeedi. “La chiusura dello stretto di Hormuz è una delle possibili opzioni per l’Iran”, ha aggiunto.
Lo Stretto di Hormuz, un passaggio marittimo strategico situato tra il Golfo Persico e il Golfo di Oman, rappresenta uno snodo cruciale per il traffico globale di petrolio: circa un quinto del petrolio mondiale transita attraverso queste acque ogni giorno, rendendo la zona di enorme rilevanza economica e geopolitica.
Secondo quanto riportato ancora dall’agenzia Mehr, anche Ali Yazdikhah, altro parlamentare iraniano, ha ribadito che l’Iran non intenderebbe bloccare lo stretto a meno che non sia strettamente necessario.
“Se gli Stati Uniti entrassero ufficialmente e operativamente in guerra a sostegno dei sionisti, l’Iran avrebbe il legittimo diritto di esercitare pressione sugli Stati Uniti e sui paesi occidentali per ostacolare il transito del loro commercio di petrolio”, ha affermato Yazdikhah.
Lo stesso ha sottolineato che fino a quel momento l’Iran avrebbe continuato a consentire la libera navigazione nello Stretto e nel Golfo, a condizione che i suoi vitali interessi nazionali non fossero minacciati.
Queste dichiarazioni arrivano in un momento di crescente instabilità regionale, in cui la possibilità di un ampliamento del conflitto tra Israele e altri attori del Medio Oriente preoccupa le cancellerie internazionali e i mercati energetici. Una chiusura dello Stretto di Hormuz, anche solo temporanea, avrebbe conseguenze gravi e immediate sull’intero sistema economico globale.