La fragile tregua tra Thailandia e Cambogia è già sotto pressione. Bangkok ha accusato Phnom Penh di aver “deliberatamente” violato il cessate il fuoco concordato lunedì, dopo i recenti scontri al confine che hanno causato almeno 33 vittime e costretto migliaia di civili a fuggire dalle proprie case.
Secondo quanto riportato dalla BBC, le forze armate thailandesi sostengono che la Cambogia avrebbe continuato a sparare “in più punti” lungo la linea di confine anche nelle ore successive all’entrata in vigore della tregua.
Di diverso avviso Phnom Penh: il ministero della Difesa cambogiano, citato dall’agenzia AFP, ha smentito categoricamente qualsiasi ripresa delle ostilità: “non ci sono stati scontri armati” tra le due parti dalla mezzanotte locale, orario previsto per l’inizio del cessate il fuoco.
Le tensioni hanno complicato anche gli sforzi diplomatici. Sempre secondo la BBC, per due volte è stata rinviata la riunione tra i comandanti locali, prevista nell’ambito dell’intesa raggiunta lunedì in Malaysia durante un incontro tra il primo ministro ad interim thailandese e il premier cambogiano. Una riunione che – secondo la rete britannica – “potrebbe non concretizzarsi mai”.
Tuttavia, in un aggiornamento successivo, la stessa BBC ha riferito che l’incontro tra i comandanti militari si è infine svolto. Le due parti hanno concordato di fermare ogni movimento di truppe lungo il confine, segnando un importante passo verso la de-escalation.
Il portavoce delle forze armate thailandesi, Winthai Suvaree, ha confermato alla CNN che l’incontro ha coinvolto tre unità militari thailandesi e le loro controparti cambogiane, e ha ribadito che il cessate il fuoco è in vigore lungo tutto il confine.