Ucraina, esercito e truppe europee dopo la guerra: cosa prevedono le garanzie di sicurezza per Kiev

Truppe europee sul terreno, addestramento, sostegno militare continuativo e un possibile “ombrello” strategico statunitense: sono i pilastri delle garanzie di sicurezza elaborate da una trentina di Paesi per l’Ucraina, nell’ambito della cosiddetta «coalizione dei volenterosi». I dettagli di questo piano, ancora condizionato alla fine delle ostilità con la Russia, sono frutto di mesi di colloqui guidati da Francia e Regno Unito. L’obiettivo: rafforzare la difesa ucraina per prevenire nuovi attacchi.

Ucraina, l’Eliseo: «A Kiev esercito più temprato in Europa per necessità»

Assenti negli accordi di Minsk del 2014 e 2015, le garanzie oggi in discussione mirano a rendere l’Ucraina in grado di difendersi da sola, attraverso un consolidamento strutturale delle sue forze armate. Con oltre 800.000 soldati, Kiev dispone di quello che l’Eliseo definisce «l’esercito più temprato in Europa per necessità». Il supporto internazionale punta a potenziarne capacità, finanziamenti, formazione e approvvigionamento.

Dal 2022, l’Unione europea ha già formato oltre 80.000 militari ucraini (missione EUMAM), mentre il Regno Unito ne ha addestrati 56.000 nell’ambito dell’operazione Interflex. Sul fronte finanziario, gli aiuti europei ammontano a 167 miliardi di euro, mentre Washington ha erogato quasi 115 miliardi.

Truppe europee: una presenza simbolica

Una delle proposte più controverse riguarda il possibile invio di truppe europee in Ucraina dopo la guerra. Francia, Regno Unito e Paesi baltici si sono detti disponibili a partecipare a una missione di stabilizzazione. Tuttavia, Germania e Polonia si sono per ora chiamate fuori.
«Non si tratta di mantenere una linea del fronte», ha chiarito il generale francese Thierry Burkhard, «ma di dimostrare solidarietà da una prospettiva strategica». Le regole d’ingaggio sarebbero quindi basate sull’autodifesa, e l’obiettivo sarebbe più dissuasivo che operativo.

Componenti marittima e aerea ancora da definire

La dimensione navale del piano prevede operazioni nel Mar Nero, dove la Turchia – parte della coalizione – ha chiuso gli stretti di accesso. Il Paese guidato da Erdoğan sta lavorando a un piano di sorveglianza e sminamento, secondo quanto riferito dalla Marina francese. Più incerti i contorni del supporto aereo: non è chiaro se eventuali sistemi antiaerei o di difesa saranno installati in Ucraina o nei Paesi limitrofi, né quali nazioni parteciperanno effettivamente.

Ucraina, il ruolo cruciale del backstop americano

Molti Paesi della coalizione condizionano la loro partecipazione al coinvolgimento statunitense, anche in assenza di truppe sul campo. Il cosiddetto “backstop” Usa – un supporto strategico in termini di intelligence, comando e sistemi difensivi – è ritenuto essenziale per colmare i gap europei. Secondo fonti francesi, Donald Trump avrebbe espresso «disponibilità a lavorare» con i partner europei nel corso di colloqui tenuti a Washington ad agosto. Il comando delle operazioni sarebbe a rotazione annuale tra Parigi e Londra, con un quartier generale inizialmente stabilito nella capitale francese.

Il pacchetto di garanzie resta, per ora, vincolato a una condizione ancora lontana: la cessazione dei combattimenti. Ma per Kiev – e per l’Europa – prepararsi oggi significa tentare di prevenire il prossimo conflitto