A tre anni dalla sua scomparsa, e nel giorno in cui ricorre il 24° anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle, il ricordo di Gina Lippis, broker di origine abruzzese sopravvissuta all’inferno dell’11 settembre, torna a farsi vivido nel suo paese natale: Taranta Peligna, piccolo borgo montano di appena 300 anime. A rievocare quella giornata che ha cambiato il mondo è il fratello Gaetano, che dopo 56 anni vissuti a New York, ha scelto di rientrare in Italia e stabilirsi lì dove tutto era iniziato, ai piedi della Majella.
Gina sopravvissuta all’11 settembre: «Aveva un grande cervello»
«La penso ogni giorno, rivivo il suo racconto di quelle ore e il nostro abbraccio in mezzo alla calca, tra gente lacerata, coperta di cenere e detriti», racconta Gaetano Lippis con la voce rotta dall’emozione. «Ma quello che provo ogni 11 settembre è inspiegabile».
Gina quel giorno si trovava al 46° piano della Torre Nord, a lavoro. Era diventata una broker di successo a Manhattan, partendo dall’Italia senza neanche la terza media.
Una telefonata insperata dopo il crollo
«Quella mattina il cielo era limpido. Avevo appena saputo che mia moglie era incinta», ricorda Gaetano. «Poi le sirene, il caos. Tutti sapevamo che Gina era lì. Dopo il crollo, la credevamo morta. Alle 17, invece, squillò il telefono: era lei. Disse solo: “Passa a prendermi”. Era in stato di shock. Mi ha abbracciato e ha sussurrato: “Non hai idea di quello che ho vissuto”».
Il trauma, gli incubi e quel senso di colpa
Gina sopravvisse per miracolo, ma non fu più la stessa. Per mesi visse tormentata da incubi, improvvisi scatti di paura e da una domanda che la perseguitava:
«Proprio io sono sopravvissuta. Io che non ho marito né figli. Ho visto gambe, mani spezzate, gente che si lanciava nel vuoto cercando di afferrare l’aria».
Morì nel 2022 al New York Hospital per le conseguenze di un ictus. Aveva vissuto a lungo nel quartiere di Astoria, nel Queens, dove la famiglia era emigrata da Taranta Peligna nel 1966.
Il ritorno a casa: «Ora vivo dove sognavo di tornare»
Gaetano ha scelto di tornare a Taranta, dove ora vive nella casa dei suoi sogni, con una terrazza affacciata sulla Majella, circondato da foto della sorella e di Manhattan. In pensione dopo una lunga carriera nel settore automobilistico, tra clienti illustri e diplomatici («anche la principessa Carolina», dice), ha lasciato New York per ritrovare le radici.
Gina sopravvissuta all’11 settembre, la targa del sindaco
Per il suo gesto in controtendenza rispetto allo spopolamento dei piccoli borghi, il sindaco Francesco Piccone gli ha consegnato una targa di riconoscimento. «Avevo 10 anni l’11 settembre, la stessa età che Gaetano aveva quando emigrò. Ricordo bene la paura di quella mattina. Sapere che una nostra concittadina si era salvata fu una gioia. Oggi siamo fieri del ritorno di Gaetano: è un messaggio forte per i giovani, affinché non dimentichino le proprie radici».







