“Quiet-cation”: vacanze all’insegna della tranquillità e della natura. La ricerca dell’effetto del silenzio sulla neurogenesi

turista in vacanza

Dopo anni dominati dal culto della movida e dalla corsa all’intrattenimento senza sosta, l’estate 2025 segna una svolta decisa verso esperienze più intime e silenziose. La parola chiave è “quiet-cation”, una fusione tra quiet (silenzio) e vacation (vacanza), che delinea una nuova frontiera del turismo: luoghi appartati, ritmi lenti, contatto profondo con la natura. Un’esigenza sempre più sentita in un mondo scandito da notifiche incessanti, traffico urbano e stimoli continui.

La quiet-cation non è solo una moda, ma un’espressione concreta del bisogno di rigenerazione psicofisica. Si parla di soggiorni pensati per offrire spazi privi di rumore e distrazioni, ambienti che favoriscano la concentrazione e la calma interiore. Un antidoto alla frenesia quotidiana, capace di attivare tutti i sensi in un’esperienza profonda e rigenerante.

A confermare l’ascesa di questo fenomeno ci sono i numeri. Secondo quanto riportato dal sito Inside Hook, nell’ultimo anno le ricerche online di destinazioni tranquille per l’estate sono cresciute del 50%, segnalando un significativo mutamento nelle preferenze dei viaggiatori. Il portale parla di una vera e propria rivoluzione culturale: si privilegiano paesaggi incontaminati, aree rurali, sentieri poco battuti e località lontane dalle rotte turistiche tradizionali.

Il nuovo approccio al viaggio sul mercato immobiliare

Ma c’è di più. Questo nuovo approccio al viaggio sembra avere ricadute anche sul mercato immobiliare. Enrico Poletto – real estate manager e CEO di APPAste Private Professionali Auction House, osserva: “Negli ultimi anni stiamo registrando un aumento dell’interesse per seconde case situate in aree silenziose e periferiche, spesso acquistate all’asta a prezzi contenuti. Sono immobili lontani dai grandi centri turistici, ideali per chi cerca una fuga rigenerativa dalla città. Una volta si acquistava la seconda casa nei centri città, magari per l’università di un figlio o per motivi lavorativi. Oggi si scelgono location isolate e lontane dai grandi centri abitati. Questo fenomeno risponde sia al desiderio di risparmio sia al bisogno di luoghi intimi e privati”.

Anche il mondo accademico guarda con attenzione a questo cambiamento. Il professor Fabio Forlani – docente di Marketing e Management del Turismo e Presidente del Corso di Laurea in Economia e Management del Turismo all’Università di Perugia, riflette così: “Si tratta di un fenomeno nuovo? A prima vista, si possono individuare elementi riconducibili al turismo detox e, più in generale, al turismo del benessere, con un’accezione più eudemonica che edonistica. Il desiderio di staccare la spina o di fare una pausa dalla routine è sempre stato una delle dinamiche fondamentali che generano turismo. Tuttavia, in questo momento storico, si traduce, in particolare per le persone con attività professionali qualificate e una vita sociale intensa (spesso ad alto reddito), nella ricerca di pace e silenzio, di destinazioni lontane dal caos cittadino e immerse nella natura. Una vacanza capace di rigenerare mente e corpo, da soli o con persone care, lontani dalle distrazioni tecnologiche e dal ritmo frenetico della vita moderna”.

La ricerca

La ricerca scientifica supporta l’efficacia del silenzio come strumento di benessere. Secondo Weather.com, la quiet-cation è “la ricerca dei luoghi più silenziosi”, sottolineando come anche brevi momenti di quiete contribuiscano a ridurre lo stress, migliorare la concentrazione e favorire un più rapido recupero mentale. Non a caso, sempre più persone scelgono di dedicarsi a pratiche come meditazione, camminate nel verde e detox digitale, pur di ritrovare un equilibrio interiore.

Interessante anche quanto emerso da uno studio citato dal The Guardian, che ha indagato l’effetto del silenzio sulla neurogenesi. In un esperimento condotto su topi posti in ambienti insonorizzati, è stato osservato che solo quelli esposti a un silenzio assoluto hanno sviluppato nuove cellule cerebrali pienamente funzionanti nell’ippocampo, area legata alla memoria e all’apprendimento. Un dato sorprendente, che sembra confermare quanto il silenzio non sia solo piacevole, ma biologicamente benefico.

Non si tratta quindi solo di un trend turistico, ma di un cambio di paradigma nel nostro modo di vivere il tempo libero. E per l’Italia, ricca di borghi dimenticati, vallate tranquille e paesaggi incontaminati, questa potrebbe essere una grande occasione per rilanciare aree meno valorizzate, promuovendo un turismo più sostenibile e distribuito.