Sanremo 2026, countdown per l’Ariston: Carlo Conti prepara l’ultimo Festival tra grandi ritorni e nuove scommesse

Carlo Conti – Sanremo 75

Il sipario si alzerà il 24 febbraio, ma l’atmosfera da Sanremo è già nell’aria. La 76ª edizione del Festival della Canzone Italiana sarà l’ultima firmata da Carlo Conti, che chiuderà così un percorso decennale tra palco, musica e televisione. Cinque serate — fino al 28 febbraio — per un’edizione che promette equilibrio tra memoria e innovazione, grandi voci e nuove scommesse, in perfetto stile Conti.

Da settimane, nei corridoi Rai e nelle redazioni musicali, il toto-Sanremo è già in pieno fermento. Tra i nomi più accreditati per il grande ritorno ci sono Diodato, Ermal Meta e Fulminacci, mentre il debutto più atteso è quello di Tommaso Paradiso, pronto a misurarsi per la prima volta con la gara più temuta d’Italia. A completare il quadro, la nuova ondata del cantautorato: Frah Quintale, Emma Nolde e La Niña, pronti a dare un tocco di freschezza e contemporaneità al palco dell’Ariston.

Ma il nome che domina il chiacchiericcio è uno: Blanco. Dopo le polemiche del 2023 e un silenzio discografico interrotto dal singolo Piangere a 90, il cantante bresciano sarebbe pronto a tornare per una “seconda vita” artistica. Un ritorno che farebbe rumore, tanto quanto quello di Angelina Mango, che dopo la vittoria nel 2024 e la pausa successiva starebbe lavorando a un brano più intimo e maturo.

Tra gli altri papabili, spiccano Sangiovanni, in cerca di riscatto dopo l’addio temporaneo alla musica, Alfa, reduce dal tormentone estivo A me mi piace, e Enrico Nigiotti, che Conti conosce bene e potrebbe riportare all’Ariston. Si vocifera anche di un ritorno del duo Benji & Fede, con un brano scritto da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, garanzia di pop efficace e radiofonico.

Sul fronte femminile, la scena si fa ancora più interessante. Tra le certezze del pubblico, Emma e Arisa sarebbero pronte a un nuovo confronto con l’Ariston, mentre Malika Ayane potrebbe tornare con un pezzo raffinato dal gusto jazz. Ma il nome che incuriosisce di più è quello di California, l’ex metà dei Coma_Cose, che si prepara al debutto solista dopo la fine del duo artistico e sentimentale. In lista anche Serena Brancale e Chiara Galiazzo, mentre tra i sogni dei fan resta l’ipotesi di un duetto tra Tiziano Ferro e Madame.

E per chi ama le sorprese, la categoria “over” non deluderà: Patty Pravo, Fausto Leali, Michele Zarrillo ed Enrico Ruggeri sono tra i veterani pronti a ricordare che la musica italiana vive anche di radici. C’è persino chi giura che Fedez e Marco Masini, dopo l’esibizione cult della scorsa serata cover con Bella stronza, stiano valutando un ritorno a due.

Il regolamento ufficiale, pubblicato su sanremo.rai.it, fissa numeri e regole: 26 Big e 4 Nuove Proposte (due da Area Sanremo e due da Sanremo Giovani). La prima serata vedrà tutti i Big in gara; la seconda e la terza ospiteranno 13 artisti ciascuna. Le giovani promesse si sfideranno in duelli diretti fino alla finalissima di giovedì, con voti suddivisi tra Televoto (34%), Sala Stampa e Web (33%) e Radio (33%).

Il venerdì resterà dedicato alla tradizionale Serata Cover, che quest’anno promette incursioni internazionali e duetti sorprendenti. Una serata “fuori classifica”, ma mai fuori tema: un momento di spettacolo puro che, da qualche anno, è diventato il vero termometro dell’audience.
Il gran finale di sabato sarà, come sempre, una maratona di emozioni: i 26 Big si contenderanno il podio, e solo i cinque più votati potranno accedere alla sfida finale. Da lì, una sola canzone uscirà vincitrice, destinata a dominare radio e streaming per mesi.

Ma Sanremo non è solo una gara: è un rito collettivo. Anche per questo, Carlo Conti vuole lasciare un segno. Per il suo ultimo Festival, ha annunciato “una sorpresa nel modo di svelare i Big”, forse con una diretta speciale a dicembre, mentre la conduzione di Sanremo Giovani sarà affidata a Gianluca Gazzoli, volto fresco di Rai Radio2.

«Questo sarà un Festival di passaggio — ha detto Conti al TG1 — tra ciò che è stato e ciò che verrà. Sanremo deve restare un luogo di musica, non di ego». Un manifesto di stile, fedele al suo approccio sobrio e meritocratico.
Dopo l’era Baglioni, l’esplosione di Amadeus e i record di ascolti degli ultimi anni, il Festival di Carlo Conti sembra voler riportare al centro la canzone, lasciando che sia la musica — e non lo show — a scrivere la storia.

Il motto di questa edizione lo riassume bene: “Tutti, ma davvero tutti, cantano Sanremo.” Un promemoria per ricordare che, al di là dei gossip, delle polemiche e delle classifiche, l’Ariston rimane il grande specchio del Paese. Dove ogni nota, anche la più fragile, trova il modo di farsi sentire.