“Il nuovo papa può essere una speranza, anche a 42 anni di distanza.” Pietro Orlandi lo ha detto con voce ferma ma piena di emozione al Giffoni Film Festival, dove ha presentato “42”, il documentario sulla scomparsa della sorella Emanuela, diretto dalla figlia Elettra Orlandi. A curare il progetto è Alessandra De Vita, mentre la colonna sonora è firmata da un’altra figlia di Pietro, Rebecca Orlandi. Un lavoro di memoria familiare e civile, costruito con amore e con la volontà di non arrendersi.
Durante la presentazione, Pietro ha parlato della sua speranza nel pontificato di papa Leone XIV. “Anche l’elezione di papa Francesco mi diede speranza – ha ricordato – dopo due settimane mi disse ‘Emanuela sta in cielo’. Solo il fatto che avesse nominato mia sorella fu per me importante, pensai che avesse il coraggio di cercare la verità”. Ma quella speranza si è poi spenta, ha raccontato, “perché il muro si è alzato più di prima”. Nessun incontro, nessuna telefonata, neppure una parola di conforto, né per lui né per la madre, oggi 95enne.

Eppure, Pietro continua a credere che qualcosa possa cambiare. “Devo essere sempre ottimista. So che il nuovo papa ha incontrato già tante persone. Speravo in una parola su Emanuela durante l’Angelus del 22 giugno, il giorno dell’anniversario della sua scomparsa. Anche mia madre ci sperava. Ma non è arrivata”. E aggiunge, con dolore: “Purtroppo non è stato un bel segnale”.
Il desiderio, però, resta vivo: “Mi auguro che le mie parole possano essere presto contraddette. Perché papa Leone ha detto che il suo pontificato si baserà su tre parole: pace, verità e giustizia. Nella nostra famiglia non ci sarà pace finché non avremo verità e giustizia”. Una richiesta limpida, che attraversa quattro decenni di attesa e che, oggi più che mai, chiede risposte.