“Quanto appaiono crudeli i bianchi”

Un tempo si lavorava per vivere, oggi si vive per lavorare e si lavora per guadagnare e conquistare sempre di più, in una ricerca della crescita del benessere e del potere che si vorrebbe inarrestabile.
E se pochi ci riescono, di certo tutti o quasi lo desiderano. Il pensiero, ovviamente, non può non risentirne e si pone al servizio di questo desiderio di guadagno e di successo trasformandosi in liberismo e in utilitarismo. 

Si comprende così quanto diceva a
Carl Gustav Jung, il Capo del popolo nativo-americano dei Pueblos Taos, il cui nome, Ochwia Biano, significa Lago di Montagna: «Vedi quanto appaiono crudeli i bianchi. Le loro labbra sono sottili, i loro nasi affilati, le loro facce solcate e alterate da rughe. I loro occhi hanno uno sguardo fisso, come se stessero sempre cercando qualcosa. Che cosa cercano? I bianchi vogliono sempre qualcosa, sono sempre scontenti e irrequieti. Noi non sappiamo che cosa vogliono. Non li capiamo. Pensiamo che siano pazzi».

Gli chiesi perché pensasse che i bianchi fossero tutti pazzi – ”Dicono di pensare con la testa” – rispose.
Ma certamente. Tu con che cosa pensi?” – gli chiesi sorpreso. “Noi pensiamo qui” – disse, indicando il cuore.