Dal 12 giugno è entrato in vigore il nuovo decreto che disciplina l’uso degli autovelox in Italia. Obiettivo: porre fine all’anarchia dei rilevatori di velocità piazzati dai Comuni per far cassa e garantire finalmente un utilizzo coerente con le esigenze di sicurezza stradale. Gli automobilisti possono tirare un sospiro di sollievo: si volta pagina.
Il nuovo regolamento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale (GU n.124 del 28 maggio 2024), introduce criteri più rigidi e trasparenti per l’utilizzo degli autovelox su tutto il territorio nazionale. Le novità riguardano soprattutto dove possono essere posizionati, a quali condizioni, con quali limiti di velocità e quale distanza deve esserci tra un dispositivo e l’altro.
Vediamo i punti chiave.
1. Stop agli autovelox “a sorpresa”
Fuori dai centri abitati, ogni autovelox dovrà essere segnalato con almeno 1 km di anticipo, e potrà essere installato solo su tratti di strada autorizzati con un provvedimento del prefetto.
Questa novità chiude la stagione degli autovelox posizionati senza logica o trasparenza, spesso senza alcun preavviso e con il solo scopo di far scattare multe a raffica.
2. Autovelox solo dove servono davvero
I dispositivi potranno essere collocati solo se ricorrono tre condizioni precise:
- il tratto stradale ha un elevato tasso di incidentalità;
- è impossibile fermare immediatamente il veicolo per contestare la violazione;
- i veicoli in transito superano regolarmente i limiti di velocità.
In altre parole, gli autovelox diventano uno strumento di prevenzione reale e non più un espediente burocratico per incassare soldi
3. Distanze minime tra i dispositivi
Per la prima volta viene stabilita una distanza minima obbligatoria tra un autovelox e l’altro. La distanza varierà a seconda del tipo di strada, evitando così il fenomeno dei “corridoi della multa” dove gli automobilisti si trovano a passare sotto più rilevatori nel giro di pochi chilometri.
4. Niente autovelox con limiti assurdi
Il decreto vieta l’uso di autovelox:
- su strade urbane con limiti di velocità inferiori a 50 km/h;
- su strade extraurbane dove il limite sia stato ridotto di oltre 20 km/h rispetto a quello previsto dal Codice della strada.
Un freno quindi all’uso truffaldino dei limiti abbassati arbitrariamente per far fioccare le contravvenzioni.
5. Niente multe “al volo” senza contestazione immediata
I dispositivi installati a bordo di veicoli in movimento (es. pattuglie) potranno essere utilizzati solo se c’è contestazione immediata al conducente. In caso contrario, si dovranno usare postazioni fisse o mobili visibili e ben segnalate.
6. Un anno di tempo per adeguarsi: ora si spegne chi è fuori legge
I Comuni e gli enti proprietari delle strade avevano un anno di tempo per mettersi in regola con queste nuove prescrizioni. Dal 12 giugno 2025, gli autovelox che non rispettano questi criteri devono essere disattivati. La Polizia locale non potrà più usarli per notificare multe illegittime, e si prevede una stagione di ricorsi e contenziosi per chi è stato sanzionato da dispositivi non conformi.
Cosa aspettarsi adesso?
- I Comuni dovranno dimostrare che ogni autovelox in funzione rispetta le nuove regole;
- Gli automobilisti potranno verificare la legittimità delle postazioni e contestare multe basate su dispositivi irregolari;
- La sicurezza stradale resta il fine ultimo, ma con strumenti finalmente regolamentati, tracciabili e proporzionati.
Per chi vuole approfondire, qui il testo integrale del decreto:
Decreto Autovelox – Gazzetta Ufficiale
In conclusione, dal 12 giugno gli autovelox cambiano volto: da trappole a strumenti di prevenzione. La battaglia contro le multe facili fa un passo avanti. E per una volta, vincono gli automobilisti onesti troppo spesso tratti in inganno.