Donetsk, raid russo su Yarova: almeno 21 morti. Zelensky: ” I russi continuano a distruggere vite”

Guerra in Ucraina

È di almeno 21 morti e 21 feriti il bilancio provvisorio di un devastante attacco aereo russo che ha colpito oggi, martedì 9 settembre, il villaggio di Yarova, nella regione orientale di Donetsk. Lo ha reso noto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio pubblicato su X, denunciando con durezza l’azione russa.

Secondo il leader ucraino, l’attacco sarebbe avvenuto nel momento in cui gli abitanti stavano ricevendo le pensioni. “Direttamente contro i civili. Persone comuni. Proprio nel momento in cui venivano distribuite le pensioni. Secondo le prime informazioni, più di 20 persone sono state uccise. Non ci sono parole”, ha scritto Zelensky.

Il presidente ha quindi invocato una reazione forte e immediata da parte della comunità internazionale. “Attacchi russi come questo non devono restare senza una risposta adeguata del mondo. I russi continuano a distruggere vite evitando nuove sanzioni forti e nuovi colpi duri. Il mondo non deve rimanere in silenzio. Il mondo non deve rimanere fermo – ha proseguito il leader di Kiev – Serve una risposta dagli Stati Uniti. Serve una risposta dall’Europa. Serve una risposta dal G20. Servono azioni forti per costringere la Russia a smettere di portare morte”.

Anche Vadym Filashkin, capo dell’Amministrazione Militare Regionale di Donetsk, ha confermato il tragico bilancio, precisando che l’attacco ha avuto luogo intorno alle 12:30 ora locale. “Almeno 21 persone sono morte e altre 21 ferite – queste sono le conseguenze del terribile attacco a Yarova alle 12:30. I russi hanno attaccato civili mentre venivano distribuite le pensioni. Questa non è guerra – questo è puro terrorismo”, ha scritto in un post.

L’attacco si inserisce in un contesto di crescente tensione nella regione orientale del Paese, dove si registrano raid quotidiani contro obiettivi civili e infrastrutture. Kiev continua a sollecitare il sostegno della comunità internazionale, denunciando il perdurare di azioni che, secondo le autorità ucraine, costituiscono crimini di guerra.