Tensione altissima in Libano dopo che Hezbollah ha respinto il piano di disarmo del governo, promettendo battaglia e avvertendo che senza resistenza non ci sarà sovranità.
Il discorso di Qassem a Baalbek
Venerdì scorso, durante un discorso televisivo a Baalbek, il segretario generale di Hezbollah Naim Qassem ha attaccato la decisione del governo libanese di limitare la detenzione delle armi al solo Stato. La delibera, approvata dal Consiglio dei Ministri il 7 agosto 2025, incarica l’esercito di elaborare entro il mese un piano per disarmare le milizie, da completare entro la fine dell’anno.
Secondo Qassem, si tratta di “una mossa pericolosa” che “priva il Libano della capacità difensiva” e “applica fedelmente un diktat statunitense-israeliano”.
“Senza resistenza non c’è sovranità”
Nel suo intervento, Qassem ha ribadito che Hezbollah non intende cedere le armi. “Non ci sarà vita in Libano se il governo cercherà di affrontare il partito”, ha avvertito, dichiarandosi pronto a “combattere una battaglia di Karbala a qualunque costo” per difendere la resistenza.
Il leader del movimento sciita ha accusato l’esecutivo di voler consegnare il Paese “a un prepotente israeliano” e “a un tiranno americano senza limiti di avidità”, descrivendo la decisione governativa come “un attacco diretto alla sicurezza nazionale”.
L’ombra delle proteste
Pur avendo rinviato per ora le manifestazioni popolari, Qassem ha fatto capire che le proteste potrebbero presto “diffondersi in tutto il Libano e arrivare fino all’ambasciata statunitense”. Ha invitato il governo a invertire la rotta, espellere Israele dal territorio libanese e aprire un dialogo strategico sulla sicurezza.
“In caso contrario – ha ammonito – l’esecutivo si assumerà la piena responsabilità di qualsiasi esplosione interna o distruzione del Paese”.