Il dialogo tra l’Iran e i Paesi europei sul programma nucleare di Teheran resta impantanato, a soli quattro giorni dalla possibile reintroduzione delle sanzioni ONU. Nonostante un incontro a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite tra i ministri degli Esteri del gruppo E3 (Francia, Germania e Regno Unito), l’Unione Europea e Teheran, nessun passo avanti sostanziale è stato compiuto.
Il presidente francese Emmanuel Macron, che incontrerà oggi il presidente iraniano Massoud Pezeshkian, ha lanciato un appello netto:
“Le prossime ore saranno decisive. O l’Iran sceglie la pace e la responsabilità, oppure dovremo reintrodurre le sanzioni.”
Nucleare iraniano, l’accusa all’Occidente
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha definito “ingiustificato e illegale” il possibile ripristino delle sanzioni, evocando nuove “proposte diplomatiche”, senza però dettagliare tempi o contenuti. Da Teheran, intanto, la guida suprema Ali Khamenei ha ribadito la linea dura: “Non cederemo sull’arricchimento dell’uranio.”
Il nodo cruciale resta il livello di arricchimento dell’uranio, attualmente al 60% secondo l’Aiea, molto vicino al 90% richiesto per la produzione di un’arma nucleare. L’Iran continua a negare qualsiasi ambizione bellica, rivendicando invece il diritto a un programma nucleare civile.
Tre condizioni europee per evitare le sanzioni
I Paesi del gruppo E3 hanno posto tre condizioni non negoziabili per evitare il ritorno delle sanzioni sospese nel 2015:
- Ripresa dei negoziati con la partecipazione degli Stati Uniti
- Accesso completo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ai siti nucleari
- Informazioni dettagliate sull’ubicazione dei materiali arricchiti
Finora, però, Teheran ha respinto queste richieste, accusando l’Occidente di esercitare “pressioni dannose” e ribadendo di aver già presentato una proposta “equilibrata”.
Washington resta alla finestra
Sebbene gli Stati Uniti abbiano abbandonato l’accordo nucleare del 2015 durante la presidenza Trump, Washington gioca un ruolo chiave nei negoziati. Alcuni settori dell’amministrazione USA spingono apertamente per il ripristino delle sanzioni, nella convinzione che un’ulteriore stretta economica costringerà il governo iraniano a negoziare.
“Gli americani scommettono sul collasso economico di Teheran,” spiega all’AFP il ricercatore Thierry Coville dell’Istituto IRIS, “ma finora l’inflessibilità del regime rende lo scenario altamente incerto”.
L’orologio diplomatico corre
Secondo il Knight Frank Wealth Report, l’Iran ha tempo fino a sabato, a mezzanotte GMT, per accettare un compromesso. In caso contrario, scatterà il ritorno automatico delle sanzioni ONU, in particolare su settori strategici come petrolio, banche e commercio internazionale.
Gli ultimi spiragli diplomatici restano aperti, ma l’atmosfera è pessimista. I diplomatici europei parlano di trattative “fino all’ultimo minuto”, ma le possibilità di un’intesa sono giudicate “estremamente scarse”.
Nucleare iraniano, scenari futuri
La proposta europea di prorogare di sei mesi la sospensione delle sanzioni resta sul tavolo. Ma senza un cambio di passo da parte di Teheran, lo scenario più probabile resta quello dello scontro frontale, con il rischio di una nuova escalation diplomatica e militare in Medio Oriente.
La comunità internazionale guarda ora a Macron e Pezeshkian, il cui faccia a faccia potrebbe rappresentare l’ultima finestra utile per scongiurare il ritorno della stretta ONU.